"Guerra e rincari, le crisi ora aumentano"

L’allarme dei sindacati: famiglie e aziende sempre più in difficoltà. Cgil e Cisl contro Alival: "Quella invece è solo speculazione"

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Guerra e bollette si stanno abbattendo sui cittadini e sulle imprese. E il nostro territorio, che già parte da una situazione difficile, accusa il colpo forse più di altre aree, con una crisi occupazionale che si sta aggravando e con il paradosso che le aziende che cercano personale da impiegare non lo trovano, perché manca la necessaria formazione.

"Il lavoro e l’occupazione – osserva Daniele Gioffredi, segretario generale della Cgil di Pistoia – hanno risentito da più punti di vista della guerra in Ucraina. Pistoia aveva già una situazione molto difficile dal punto di vista occupazionale, quindi prevediamo sicuramente un peggioramento. Ricordo che già adesso abbiamo i dati peggiori della Toscana per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, che è al 44%, e quella femminile (10%), mentre quella generale è all’8%. I segnali che abbiamo sono negativi da due punti di vista: il primo riguarda il potere d’acquisto, perché questa situazione ha comportato un aumento dei costi dell’energia e un aumento dell’inflazione, quindi salari e pensioni sono i primi ad essere colpiti. Si calcola, infatti, che una mensilità sparirà dalle tasche dei lavoratori e dei pensionati. L’altro aspetto è che questo stato di cose sta accelerando altre situazioni di crisi e di cassa integrazione e anche le assunzioni avvengono sempre più con contratti a tempo determinato e con part time involontari. Senza contare la speculazione, penso alla vicenda Alival, che non è certo determinata dalla guerra, ma da una scelta della multinazionale, che noi contrasteremo. Diversa la situazione della Gema, dove invece il ritardo della consegna della componentistica e dei materiali, per la crisi bellica, può comportare situazioni che noi dovremo gestire, a partire da una richiesta dell’azienda di cassa integrazione".

"Ci stiamo muovendo – interviene Alessandra Biagini, segretaria Cisl Toscana Nord – in quella che, a livello economico, è stata definita una tempesta perfetta, tra shock energetico e peso delle sanzioni, carenza delle materie prime e crisi dei rifugiati, impennata dei prezzi e corsa dell’inflazione. Una tempesta che ha colpito tutti: lavoratori, pensionati, produzione e consumo, famiglie e aziende. La vertenza pistoiese peggiore è quella di Alival a Ponte Buggianese, che vede lo stabilimento chiudersi nel 2023 con il licenziamento di 78 dipendenti, tra cui molte donne". E non c’è solo la guerra, perché la crisi, che parte da lontano, non ha risparmiato neppure il sistema bancario. "Dal 2014 ad oggi – osserva ancora Biagini – sono andati persi ogni anno 4 sportelli e 60 posti di lavoro".

Ed ecco le proposte dei sindacati per cercare di arginare la crisi: "A livello locale – spiega Gioffredi – servono politiche di attrazione degli investimenti, che non siano però multinazionali che utilizzano il territorio e i dipendenti e poi vanno via, com’è il caso di Alival. È anche necessario lavorare sulla formazione, con un Its strutturato nel territorio, anche perché c’è uno scollamento tra domanda e offerta di lavoro: si richiede meno del 10% dei laureati, mentre spesso non si trovano figure specializzate, che invece sono molto richieste". Per Biagini "servono interventi forti per sostenere i consumi e proteggere il lavoro, ad esempio con sgravi alle aziende che non licenziano".

Patrizio Ceccarelli