Green pass per i ristoranti: "Rischiamo altre perdite"

Gli esercenti sul piede di guerra. La critica: il governo non può usare le limitazioni a pranzi e cene per convincere le persone a vaccinarsi

Moreno Ianda, presidente Fipe Confcommercio

Moreno Ianda, presidente Fipe Confcommercio

Pistoia, 21 luglio 2021 - La lotta al Covid non va combattuta sulla pelle dei ristoratori. È quanto afferma Fipe-Confcommercio Pistoia e Prato in una dura nota: "L’ipotesi del Green pass per accedere ai ristoranti è utile solo a incentivare le vaccinazioni, ma il richiamo alle responsabilità individuali non può essere un compito del nostro settore, che rischia un impatto devastante". Introdurre il vincolo del certificato verde per andare a cena, come riportano in maniera sempre più insistente le fonti vicine al Governo, è una delle principali misure allo studio della cabina di regia: "Ma ciò non significa contrastare il diffondersi del virus – ribattono dalla Confcommercio – significa spingere a vaccinarsi i tanti italiani che ancora non l’hanno fatto, partendo dal presupposto che chiunque d’estate abbia voglia di andare a mangiare fuori. Non diciamo che sia giusto o sbagliato, ma se la scelta del Governo è questa, le azioni che ne conseguono devono essere eque e non possono risolversi nel chiedere di nuovo al nostro settore di sacrificarsi per tutti".

Moreno Ianda, presidente Fipe Confcommercio
Moreno Ianda, presidente Fipe Confcommercio

Nel mirino anche le tempistiche assai strette, visto che il provvedimento potrebbe entrare in vigore dal 26 luglio: "Forse non ci rendiamo conto che introdurre l’obbligo dal 26 luglio comporta delle criticità enormi e presenta evidenti contraddizioni – attaccano dall’associazione – per prima cosa non ci sono i tempi tecnici per mettere ’in sicurezza’ la gran parte dei cittadini ancora non vaccinati, soprattutto se si considera che in Toscana i primi posti disponibili per la somministrazione sono a settembre. E poi per gestire i flussi e controllare il pass ci vorrà personale che non sarà facile attivare da un giorno all’altro. Tutto ciò significherebbe porre un freno al turismo e limitare il lavoro nel pieno della stagione estiva quella che avrebbe dovuto essere una boccata d’ossigeno dopo il lungo inverno del Covid".

Insomma, un vero e proprio atto di accusa verso una misura che, tuttavia, apparebbe davvero prossima all’approvazione: "È vero che milioni di italiani non sono ancora vaccinati, un dato dovuto in parte da scelte personali e in parte dai ritardi che molti regioni hanno accumulato nella campagna. Ma che colpa ne hanno i ristoranti? – si domandano –. Le nostre attività non possono essere ancora una volta la leva per richiamare i cittadini ad adottare determinati comportamenti. La portata di quest’azione nei confronti di una categoria che è stata soggetta a 300 giorni di misure restrittive sarebbe devastante ancora una volta il Governo dimostra di essere distante dal mondo imprenditoriale e dalle sue dinamiche, con conseguenze che rischiano di essere disastrose per il settore e per l’intera economia del territorio".