Green pass, protestano edicolanti e tabaccai. Sos Covid: boom di chiamate per l’isolamento

Preoccupa la stretta del 1° febbraio: "Chi farà i controlli?". Intanto scatta l'obbligo di certificato verde per entrare nei centri estetici o dai parrucchieri

Nadia Orsini  (Acerboni/FotoCastellani)

Nadia Orsini (Acerboni/FotoCastellani)

Pistoia, 20 gennaio 2022 - Sì da estetiste e parrucchieri, no da tabaccai ed edicolanti, preoccupati per i controlli. Fanno discutere le nuove norme sul green pass base obbligatorio per accedere negli esercizi commerciali, mentre sono già oltre 100 le telefonate (110 per l’esattezza) arrivate al numero Sos Covid presentato lunedì. Molti cittadini infatti sono ancora alle prese con la burocrazia da virus ed hanno bisogno di aiuto, soprattutto per il green pass. I medici di famiglia ora indirizzano i pazienti alla nuova piattaforma che si è subito dimostrata utile sia per recepire le richieste delle famiglie che per alleggerire il lavoro dei dottori.

Intanto estetisti, barbieri e parrucchieri si preparano da oggi ad accogliere la novità, ovvero l’obbligo di presentazione da parte dei clienti del green pass base (quello ottenuto tramite tampone negativo): "Non possiamo che essere d’accordo sul provvedimento perché ci mette nella condizione di restare aperti, che è la cosa fondamentale – commenta Alessandro Lapucci, presidente acconciatori Cna Toscana centro –. Lo sforzo aggiuntivo richiesto non è banale, ma salute e sicurezza sono le priorità. Lo abbiamo dimostrato fino a oggi mantenendo le distanze, contingentando gli accessi, disinfettando, dotandoci di tutti i presidi possibili. I dati che abbiamo, con nessun negozio chiuso per covid, ci confermano che stiamo lavorando bene, che i nostri saloni sono sicuri". 

Comprensione e quasi un certo sollievo da parte di molti clienti che, come spiega la portavoce estetiste Cna Catia Rigotti, "quasi si erano meravigliati che finora il green pass non fosse richiesto anche per accedere ai servizi del nostro settore. C’è ormai un generale adattamento alle norme, una sensazione diffusa di sicurezza legata al possesso del green pass. Certo per noi la situazione si fa più ingarbugliata, ma ci siamo abituati a misure complesse, faremo anche stavolta quel che c’è da fare". E il clima di accettazione è un po’ quello che si respira anche in casa Confartigianato, come sottolinea il presidente Alessandro Corrieri, nella convinzione "che si tratti di modifiche volte a dare maggior sicurezza e rallentare la diffusione del virus. L’attenzione è alta tra i nostri associati che riconoscono maggior rigore sull’accesso a determinati servizi, ma condividono la volontà di buttarsi alle spalle questo difficile momento". 

Profonda delusione, con totale incomprensione della misura, è espressa invece dalle categorie edicolanti e tabaccai, che vivono la scadenza del 1° febbraio – ovvero il giorno dal quale scatterà obbligo di green pass base per accedere, escluse le edicole in chiosco – come una vera e propria beffa: "Una legge sancisce che i servizi da noi offerti, quali rivendita di giornali e tabacchi, rientrano negli essenziali – commenta Nadia Orsini ( foto ) nel suo negozio in zona Fagiolo che è anche libreria e ricevitoria –. Cos’è cambiato dunque adesso rispetto a inizio pandemia? Lo Stato sa che molti di noi conducono imprese di tipo familiare? Sa che per due anni ci siamo spesi oltre le nostre forze per garantire un servizio ritenuto, appunto, essenziale? Lavoriamo da mattina a sera, a causa di questo mondo capovolto abbiamo dovuto sostituirci alle poste, alle banche, a chiunque, a stento pensiamo a noi e alle nostre famiglie e ora ci viene richiesto di farci carico dei problemi e delle mansioni che invece spetterebbero allo Stato. Abbiano il coraggio di istituire un obbligo vaccinale allora, con regole universali valide per tutti. Siamo in tre, abbiamo dovuto ridurre l’orario al pubblico per riuscire a fare tutto quel che c’è da fare. Siamo commercianti – conclude Orsini che per Confesercenti, in veste di presidente Fenagi Pistoia (Federazione nazionale giornali) e vice di Assotabaccai, parla a nome anche dei colleghi –, non c’entriamo niente con le mansioni di controllo. E siamo stanchi dopo due anni in queste condizioni, non possiamo permetterci di assolvere anche a questo compito senza personale che lo possa fare". 

linda meoni