"Limiti per il glifosato", distretto vivaistico e Arpat: «Lavoro comune»

Il presidente del distretto: "Non ci sono motivi di preoccupazione ma lavoriamo per la riduzione del glifosato abolirlo? Ci sarebbero costi per tutti"

Il presidente del Distretto vivaistico pistoiese, Francesco Mati

Il presidente del Distretto vivaistico pistoiese, Francesco Mati

Pistoia, 28 dicembre 2018 - I tempi di realizzazione non saranno immediati ma – come ha detto il presidente dell’Associazione vivaisti italiani Vannino Vannucci – l’obiettivo «è ambizioso ma indispensabile». Lo scopo è quello di ridurre i livelli di glifosato nell’acqua superficiale e nei terreni intorno ai vivai pistoiesi. Regione, Provincia, Comune, Associazione vivaisti, Distretto, Fondazione, Asl, Arpat, università e mondo associazionistico ambientale hanno iniziato a muoversi e, con poche eccezioni, sembrano trovare un accordo di massima sia sugli obiettivi che sui primi passi da compiere.

«Si tratta – spiega il promotore Francesco Mati, presidente del Distretto vivaistico – di un tavolo tecnico che è nato come naturale conseguenza dell’allarme scattato con la diffusione di alcuni rilievi Arpat e della lunga bufera mediatica che ha coinvolto il nostro settore». Come dice ancora Mati, per la prima volta vengono coinvolte istituzioni scientifiche come la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa «che ha confermato non esserci motivi di allarme, anche se è necessario lavorare ancora per ridurre l’utilizzo del prodotto in modo da tranquillizzare la popolazione». Si tratta dunque di un tavolo «prima scientifico e poi politico» che «ha lo scopo di limitare l’uso del glifosato ma non di abolirlo, perchè ciò rappresenterebbe un costo per tutti».

Obiettivi ambiziosi, dunque, ma tuttavia alla portata del Distretto e dei suoi protagonisti, su cui lo stesso Vannucci si era espresso in modo positivo.

«Occorre lavorare tutti insieme per un obiettivo comune – ha detto il maggiore vivaista pistoiese –. Portare a un uso minimo di questo fito-farmaco. Un percorso che addirittura vada ad azzerare le tracce nelle acque di superficie».

Da parte sua l’Agenzia regionale per l’ambiente sta già dando il proprio contributo: «Abbiamo portato i nostri dati sul livello di contaminazione delle acque – spiega il responsabile del dipartimento Arpat, Andrea Poggi – una fotografia che sarà utile per individuare soluzioni utili a ridurre l’impatto di certe sostanze sui corsi d’acqua. Per il momento siamo in una fase preliminare, ma continuando a lavorare potremmo riuscire a individuare soluzioni ad hoc per il settore vivaistico».