Anche a Prato c’è grande disappunto per la decisione di giocare il derby a porte chiuse. Il presidente laniero Stefano Commini ha accettato la decisione a malincuore, augurandosi tuttavia che l’accaduto non rappresenti un precedente. Gli ultras non hanno invece nascosto rabbia e delusione, per una decisione che giudicano pretestuosa. A prescindere dall’assenza dei supporter, l’obiettivo del Prato resterà comunque quello di far risultato. Anche per cancellare la "macchia" rappresentata dallo scivolone di domenica scorsa contro il Salsomaggiore fanalino di coda del girone D. Gli uomini guidati dal tecnico Lucio Brando arriveranno quindi al Melani desiderosi di rivalsa, considerando la distanza tra le due contendenti (12 punti) e soprattutto il ko dell’andata. Brando dovrà con tutta probabilità rinunciare ancora al convalescente Addiego Mobilio (autore sin qui di 11 reti) ma dovrebbe poter contare su un Diallo ormai perfettamente integrato negli schemi di gioco. "Prendiamo atto delle motivazioni contenute nel citato provvedimento ma non possiamo far altro che rimanere basiti di fronte ad un epilogo del genere perché il comportamento antisportivo e scellerato di un singolo va a penalizzare migliaia di appassionati – ha commentato Commini – negando loro la possibilità di vedere un evento atteso dall’inizio della stagione agonistica e potrebbe addirittura diventare un precedente rischioso per negare le trasferte in ogni gara di qualsiasi campionato calcistico". Decisamente meno diplomatica la Curva Ferrovia Matteo27, che nell’invitare la tifoseria alle 17 davanti al Lungobisenzio di Prato per salutare la squadra prima della partenza per Pistoia, non ha nascosto l’ira per quella che ha definito in un comunicato una "totale mancanza di rispetto nei confronti di chi per giorni ha preparato nei minimi dettagli questa trasferta, per i tanti soldi spesi per allestire una coreografia degna di Prato, nei confronti di chi ha chiesto permessi a lavoro e di chi, fidandosi, ha comprato subito i biglietti. Non è per un video girato da un ’poveraccio’ o per un lucchetto a un cancello che si vieta una trasferta per ’motivi di ordine pubblico’. Perché se così fosse, qui si crea un precedente pericoloso". La partita non è insomma ancora iniziata, ma sta già facendo discutere. Giovanni Fiorentino