Gli studenti sui banchi: "Che bello rivedersi" E anche il professionale prepara il rientro

Ieri altri seimila ragazzi sono tornati in presenza dopo tante settimane in Dad. "Speriamo di arrivare alla fine dell’anno". Al De Franceschi-Pacinotti le lezioni riprenderanno a partire da giovedì, in anticipo rispetto alla previsione di lunedì 19

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Torneranno in presenza prima del previsto anche parte degli studenti del De Franceschi Pacinotti: i primi a varcare le porte saranno i ragazzi delle classi quarte e quinte e quelli del corso serale, che ritorneranno sui banchi da giovedì 15 aprile. Inizialmente l’istituto aveva programmato il rientro da lunedì 19, ma con una nuova circolare di ieri è stato disposto che "in relazione al passaggio del territorio di Pistoia in zona arancione, a turno a rotazione per ogni giorno della settimana alcune classi non frequenteranno in presenza", mentre già negli ultimi due giorni di questa settimana toccherà agli studenti delle classi terminali entrare fisicamente nei locali scolastici.

Intanto ieri, primo giorno di zona arancione, sono rientrati in classe altri seimila studenti. Sguardi sorridenti e occhi speranzosi di arrivare alla fine dell’anno in una relativa normalità. Gli studenti hanno vissuto il rientro fra i banchi come una liberazione. Nessuno sembra avere più la forza di fare lezione da casa. Vuoi perché spesso ci sono problemi di connessione, vuoi perché manca il contatto umano con i compagni di classe e con i professori. Fatto sta che, nel primo giorno di nuovo in aula al 100% per gli alunni di seconda e terza media (quelli di prima avevano già rimesso piede in classe il 7 aprile), e al 50% per i liceali, il clima che si è respirato dentro e fuori dagli istituti è stato di euforia.

"Non vedevamo davvero l’ora – racconta il 18enne Samuele Billi, che frequenta la quarta del liceo Niccolò Forteguerri – E’ stato emozionante rivedersi di persona. Ci mancava stare fra noi". Gli fa eco il compagno di classe Lorenzo Tesi: "Seguire la lezione in presenza ha tutto un altro valore rispetto alla didattica a distanza. Adesso però tocca impegnarci seriamente, dato che gli insegnati ci hanno immediatamente riempito di verifiche e interrogazioni. Non sappiamo quanto durerà questa situazione e quindi stanno cercando di mettersi avanti".

I genitori presenti in Corso Gramsci in attesa di riportare a casa i ragazzi sperano che non ci sia un nuovo stop: "Con la Dad si lavora duramente, almeno da quello che ho potuto vedere. Ma non è la stessa cosa che andare in classe. I nostri figli hanno bisogno di interagire fra loro e con i docenti per crescere dal punto di vista caratteriale", il parere di Alessandro Bruni, padre di due ragazze del Forteguerri. "E’ stato bello avere mia nipote più tempo a casa, ma devo pensare a cosa è meglio per lei. E’ necessario che si continui così, senza nuovi stop, perché gli adolescenti sono stati colpiti duramente a livello psicologico da questa pandemia", sottolinea Alvaro Berni, nonno di una ragazza di quarta del Forteguerri.

"La Dad è venuta un po’ a noia ai ragazzi. E poi non è salutare passare così tante ore chiusi in casa davanti al computer. Bene che siano potuti tornare in classe", aggiunge Marco Lucri, che di nipoti al Forteguerri ne ha due. Trasferendosi da liceo di Corso Gramsci all’istituto comprensivo Marconi-Frosini la musica non cambia: "Mia figlia è stata entusiasta di questo rientro – la testimonianza di Simona Ribotta – Nonostante la scuola si sia organizzata ottimamente grazie all’impegno dei professori, non si poteva andare avanti con la Dad. Se mi sento tranquilla nel mandarla in classe? Sì, senza dubbio". Dello stesso avviso sono Marco Logli ed Elena Severgnini: "Non abbiamo timore. Anzi, ci fa piacere che le nostre figlie siano tornate in classe. La Dad iniziava ad essere difficoltosa per tutti".

Francesco Bocchini