Giuseppe e Veronica innamorati della cucina "Una scommessa che ci ha ripagato"

L’avventura imprenditoriale della famiglia di Paolucci 33 anni di Monsummano

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PISTOIA

Una serie di coincidenze che hanno dato vita ad un percorso lavorativo straordinariamente di successo, non solo per una persona ma per un’intera famiglia. È quanto successo a Giuseppe Paolucci, 33enne monsummense, cuoco del ristorante "Il Poggio degli Olivi" di Monsummano.

Giuseppe, come è diventato un cuoco professionista?

"Io e mia moglie Veronica siamo sempre stati appassionati di cucina, anche se professionalmente avevamo avuto altre esperienze. Otto anni fa un locale piuttosto conosciuto stava cambiando gestione: nel mentre io, la mia ragazza - che poi sarebbe diventata mia moglie -, sua madre e suo fratello eravamo tutti momentaneamente senza lavoro. Da lì abbiamo scelto di scommettere in questa nuova attività, di fare il grande salto. Non avevamo nulla da perdere".

Ed ha funzionato?

"Sì, perché tutti noi abbiamo saputo far diventare le nostre peculiarità dei punti di forza del lavoro: chi nella gestione del locale, chi in cucina. Ovviamente, nel tempo, ognuno di noi ha frequentato dei corsi professionalizzanti per migliorare le proprie capacità. Siamo cresciuti mese dopo mese insieme al locale, aggiungendo di volta in volta dei nuovi servizi alla clientela che ha apprezzato la nostra crescita. Un percorso durato otto anni molto entusiasmante".

È stato difficile far diventare una passione un lavoro?

"I momenti di difficoltà sono arrivati dai ritmi forsennati nei mesi estivi, visto che il nostro ristorante è anche bed and breakfast con piscina. Le prime stagioni fatte da professionisti sono state estremamente faticose. Fare servizio d’estate significa iniziare alle sette di mattina col sistemare la piscina e chiudere a mezzanotte col ristorante. Tutti i giorni, sette giorni su sette. L’esperienza però aiuta a gestire i tempi in modo sempre migliore".

Cosa cerchereste nei vostri collaboratori esterni?

"Salvo poche eccezioni, abbiamo sempre lavorato come un’azienda familiare in cui abbiamo cercato di fare tutto da soli. In generale però apprezzo molto lo spirito di iniziativa e le capacità di ascolto. In caso di assunzione esterna, guarderei più all’approccio al lavoro rispetto alle tecniche in cucina in se per se".

Sua moglie Veronica fa parte dello staff in cucina. Com’è lavorarci insieme?

"Anche in questo siamo stati fortunati: a parte qualche momento di stress durante la stagione estiva, letteralmente impossibile da evitare per chi fa il nostro lavoro, il nostro è un rapporto che ci consente di lavorare bene insieme, c’è una grande compatibilità e ci aiutiamo a vicenda. Così come il locale, anche il nostro rapporto è cresciuto di pari passo con la nostra attività lavorativa".

Francesco Storai