Teatro Manzoni, viaggio d'eccezione nello scrigno della cultura

Nelle Giornate Fai di Primavera sarà proprio questo luogo simbolo il protagonista delle visite

Teatro Manzoni (foto David Dolci)

Teatro Manzoni (foto David Dolci)

Pistoia, 18 marzo 2019 - Non solo quello che negli anni - tanti - è successo sul palcoscenico, i tanti personaggi che l'hanno calcato, ma anche quello che è accaduto nel dietro le quinte. Un vero e proprio scrigno custodito nel teatro Manzoni, simbolo dei luoghi della cultura pistoiese, pronto a spalancarsi di fronte agli occhi dei più curiosi in occasione delle Giornate Fai di Primavera, che si terranno il 23 e 24 marzo. A Pistoia, il locale Gruppo Fai con la collaborazione del Gruppo FaiGiovani Pistoia, offre l'opportunità speciale di apprezzare il Teatro Manzoni, svelandone anche gli aspetti nascosti con un interessante percorso dietro le quinte. La prima delle due giornate, quella del 23 marzo (ore 9.30-13) è riservata ai soli iscritti Fai, con la possibilità di iscriversi al Fai in loco.

Le visite guidate sono a cura dell'architetto Maria Camilla Pagnini (ore 10), della professoressa Giuseppina Carla Romby (ore 11)  e di Chiara Corsini (ore 12). Le visite saranno allietate da interventi musicali a cura della Scuola di Musica e Danza “Teodulo Mabellini” di Pistoia, con gli allievi Angjela Ramaj (soprano) e Francesco Braida (pianoforte) che eseguiranno alcuni Lieder del repertorio romantico. Domenica 24 marzo (ore 9.30-17.30; ultimo ingresso ore 17:30) invece l'apertura è per tutti con la possibilità di iscriversi al Fai in loco. Accesso solo con visite guidate, a piccoli gruppi in successione, a cura del Gruppo Fai Giovani Pistoia, del Gruppo Fai Pistoia, degli apprendisti Ciceroni del Liceo Artistico “Petrocchi”, del Liceo Scientifico “Amedeo di Savoia”, del Liceo “Forteguerri”.

L'edificio che attualmente ospita il Teatro comunale Manzoni sorge nell'area di un edificio industriale utilizzato per la lavorazione della lana. Alla fine del Seicento, dopo l'abbandono, fu concesso in uso agli Accademici Risvegliati che lo utilizzarono per le loro rappresentazioni. Il corpo di fabbrica fu più volte ristrutturato nel corso del Settecento e configurato come teatro d'opera. Nel secolo successivo, grazie al progetto dell'architetto Pietro Bernardini di Pescia, fu realizzato il quinto ordine di palchi grazie al quale la struttura raggiunse la capienza di 1200 posti. Il quinto ordine fu demolito nel 1926 con la creazione della galleria e nello stesso periodo fu realizzato il portico antistante all'antico prospetto. Al piano superiore la facciata fu qualificata dall'ordine architettonico a sostegno del frontone.

Attualmente il teatro ha una capienza di di 836 posti con una platea di 298 posti. Il teatro dei Risvegliati fu costruito negli anni Settanta del Seicento per iniziativa degli Accademici utilizzando un antico tiratoio per i panni di lana da tempo in disuso. Il teatro divenne ben presto il vivace centro della vita culturale della città; nel Settecento fu riallestito e rinnovato da uno dei più noti architetti-scenografi d'Europa: Antonio Galli Bibiena. Alla fine del secolo un nuovo progetto di ristrutturazione fu affidato all'architetto Cosimo Rossi Melocchi. L'attività del teatro vide protagonisti attori, musicisti cantanti di fama tra cui Caffarelli, R. Bolcioni e E. De Hidalgo. Divenuto nel 1861 Regio Teatro, nel 1864 fu intitolato a Alessandro Manzoni, in questi stessi anni fu rinnovato dall'architetto Pietro Bernardini. La facciata attuale, come detto precedentemente realizzata nel 1926, cita temi architettonici legati al più noto teatro d'Italia: La Scala.