"La gentilezza? Una pratica capace di incidere sui bilanci aziendali"

In occasione della Giornata Mondiale della Gentilezza che ricorre il 13 novembre, la dottoressa Anna Maria Palma parla di relazioni: "Nessuno conosce il vissuto degli altri: pensiamo che il conflitto può essere evitato"

La consuelor e coach Anna Maria Palma

La consuelor e coach Anna Maria Palma

Pistoia, 12 novembre 2019 - Scusa, grazie, ti voglio bene: quanto è difficile a volte sapersi trattare con "elementare" gentilezza, avvicinarsi all'altro deponendo l'ascia di guerra, lasciarsi andare per un attimo e abbandonare il pensiero negativo che ogni giorno ci accompagna. Per una giornata di pioggia, per un ritardo sul lavoro, per un torto subito, per una luna storta. Quant'è difficile, a volte, voltare pagina nonostante tutto. Ma è nella pratica della gentilezza che risiede uno stile di vita sano, quasi come fosse una dieta da seguire, una terapia da abbracciare. Ne è convinta da tempo Anna Maria Palma, consuelor e trainer, che della gentilezza ha fatto quasi una missione, certamente un caso di studio (è autrice di numerosi saggi e libri sul tema), protagonista dei "Lunedì gentili" della biblioteca San Giorgio, a conclusione del loro percorso domani, mercoledì 13 novembre alle 17 (auditorium Terzani), per proporre una riflessione a tutto tondo assieme al collega Lorenzo Canuti in una data non casuale: la Giornata Mondiale della Gentilezza.

Dottoressa, quindi esistono delle istruzioni, dei corsi per poter imparare ad essere gentili? "Più che istruzioni - che altrimenti ci condurrebbero nel campo dell'ipocrisia - io parlo di consapevolezze e buone pratiche. Nei corsi proposti e in questo in particolare i partecipanti hanno dimostrato la capacità di uscire da pregiudizi e stereotipi, riuscendo a tradurre il semplice pensiero in buone pratiche. Serve il coraggio di fare dei cambiamenti, di chiedere scusa. Di mettersi nei panni degli altri. Di creare una rete di buone pratiche, con la consapevolezza che tutti, senza distinzione alcuna, facciamo parte dello stesso tessuto umano: se due persone all'interno di un gruppo litigano, è automatico che ne risentirà il clima di tutto il gruppo in generale. I costi relazionali non sono in bilancio, eppure sono essi stessi capaci di modificarli questi bilanci".

Come si può allora, non volendo fornire delle istruzioni ma dando un orientamento, costruire una relazione gentile? "Le parole chiave sono consapevolezza e rispetto. L'approccio deve essere semplice: io non conosco che tipo di battaglia stia vivendo l'altro nella vita. Ci sarà sempre un non conosciuto da me che non mi legittima in nessun caso a maltrattare il mio interlocutore. Attenzione ad evitare il buonismo, però. Bisogna semplicemente porsi nei confronti dell'altro pensando che il conflitto è evitabile. L'invito è prestare attenzione, dunque. A quel che si fa, a quel che si dice. Come diceva la grande poetessa Alda Merini, 'mi piace la gente che sceglie con cura le parole da non dire"'.

Parlare di gentilezza oggi che dilaga la cultura dell'odio sembra quasi un non senso... "Il momento è innegabilmente difficile. Ma i segnali incoraggianti non mancano, come la distribuzione degli assessorati alla gentilezza in alcuni Comuni, ad esempio. Sappiamo bene che 'non tutti siamo così'. Io sostengo che finché c'è dato di avere un cervello, una mente pulsante, è possibile e necessario coltivare il bene. Un bene che è fatto da un'infinità di piccole pratiche, che noi diamo per scontate. Qualche volta mi piace dire che cammino sui tacchi, altre volte sui gomiti, altre ancora sulle ginocchia, altre con scarpe in terra. Ma ogni volta so di potere e volere contribuire al rilancio del bene".

Gentilezza di genere: cosa distingue l’uomo dalla donna? "Andiamo oltre la differenza, sia essa di genere, di sesso o di età. Cerchiamo una intelligenza emotiva diversa, affettiva. Un partecipante a uno dei corsi ha scritto un pensiero, che voglio condividere: preferisco un 'mi fido di te' a un 'ti amo'. Perché la sola persona che posso amare è colei di cui mi posso fidare. Ecco perché nella vita è importante prima di ogni grazie, scusa o ti voglio bene, un preziosissimo 'ti tratto bene'".