"Ferite eterodirette" inferte da un’altra persona. Non autoinferte in un tentativo di suicidio. Ferite "di taglio e di punta", da coltello. Non lacero contuse, provocate da un vanghetto da giardino. Una perizia disposta dal giudice Alessandro Azzaroli potrebe avallare l’accorata difesa di Alex Antonelli, 42enne tecnico informatico fiorentino in carcere da quasi dieci mesi a Pistoia per il tentato omicidio della ex compagna di 38 anni, ferita da coltellate all’addome. Il dramma il 14 maggio nella casa di Migliarina (Cutigliano) dove la coppia ha convissuto. Lì c’è un incontro casuale a tre tra la donna e un 50enne di Abetone, Renzo Ferretti. Volano fendenti e sangue. La donna e Antonelli gravi, sono ricoverati con riserva di prognosi. Ferretti ha ferite lievi. Antonelli è fermato: secondo i carabinieri, vista la donna con un altro, l’ha colpita accecato dall’ira. Il procedimento entra in una fase cruciale. Il 23 febbraio l’incidente probatorio per fissare alcune prove: tipo di ferite subite da Antonelli. E causa. Consulenza super partes disposta dal giudice Alessandro Azzaroli: ferite soggette a modifiche, il tempo inciderebbe sulla prova. Il 23 attesa anche la relazione del Ris di Roma. Dunque il consulente Giuliano Piliero avrebbe rilevato ’ferite eterodirette’ procurate da altri. ’Da taglio e da punta’: con un coltello. E non ’lacero contuse’, con il vanghetto con cui si dice che Antonelli avrebbe voluto farla finita. Le ferite in alcune foto fatte al 42enne in ospedale. Conclusioni del perito tali da scagionare Antonelli o da alleggerirne la posizione? Le versioni dei protagonisti divergono e il difensore di Antonelli, Gianni Salocchi, ha denunciato la donna (lei avrebbe vibrato per prima i fendenti contro Alex) e Ferretti, che sospetta di falsa testimonianza. L’Arma propende per la responsabilità di Antonelli: entrato in casa e trovata la donna con il 50enne va in cucina, si scaglia contro di lei, va poi verso Ferretti che si difende con un attizzatoio. Ma Antonelli (25 maggio) dice altro. Primo si colloca in casa quando i due entrano. "Verso mezzanotte vengo svegliato da un rumore di portone che si chiude. Penso: sarà lei. Sento aprire la porta del mio appartamento, la sento parlare. Biascica le parole, l’uomo mi pare un po’ più lucido...vanno nel salone dove c’è il camino, avevamo messo un letto matrimoniale anche lì...decido di alzarmi, di entrare nel salone...li trovo abbracciati nel letto, resto pietrificato...Ma cerco di mantenere la calma... Dico: uscite dal mio appartamento, subito...vedo lei saltare, fare un balzo dal letto, con un colpo di reni in preda a una rabbia incredibile, afferra un coltello, non ricordo se dal tavolo, o dalla mensola dell’armadio..inizia a colpirmi... di taglio, io sento il sangue colare giù, il caldo del sangue...". giovanni spano