"Fermate subito il rimpatrio del nostro Lamin"

L’appello di don Biancalani alla prefettura e alla questura. Domani è previsto il rientro del giovane in Gambia, espulso dopo una denuncia

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"Chiediamo alla prefettura e alla questura di Pistoia di fermare il rimpatrio in Gambia del nostro Lamin". È l’appello disperato di don Massimo Biancalani a poche ore dalla data designata per il rientro in Gambia di un suo fido collaboratore al centro di accoglienza di Vicofaro.

"Al momento Lamin, un ragazzo gambiano di 23 anni – spiega il parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore – si trova al Centro di permanenza per il rimpatrio di Castel San Gervasio, a Potenza. Domani, domenica 15 gennaio, è previsto il suo rientro in Gambia, un paese dal quale è fuggito quando era ancora un ragazzino. A Pistoia è arrivato all’età di 18 anni e da allora è divenuto uno dei protagonisti dell’accoglienza senza frontiere praticata a Vicofaro. Prezioso il suo aiuto – sottolinea don Massimo – nella gestione quotidiana del centro e di tutti i ragazzi che da noi trovano rifugio al di fuori dei percorsi di accoglienza canonici. Lavorava con noi ed era provvisto di un regolare permesso di soggiorno".

Lamin è stato trasportato nel Cpr di Potenza dopo un episodio avvenuto a Vicofaro lo scorso ottobre e per il quale: "E’ stato accusato di resistenza a pubblico ufficiale – aggiunge don Biancalani –. A seguito dell’accaduto, il suo permesso di soggiorno è stato sospeso, così ha preso il via l’iter per l’espulsione dal suolo italiano".

Una vicenda per cui il parroco pistoiese ha tentato di dare battaglia grazie a una équipe di avvocati esperti in materia. "Tuttavia non c’è stato niente da fare – sottolinea rammaricato don Massimo –. Ufficialmente Lamin sarà rimpatriato questa domenica. L’unica speranza, adesso, è che non ci siano le possibilità per far avvenire il rimpatrio in Gambia, un paese con il quale l’Italia non ha accordi in materia. In questo caso Lamin tornerebbe libero e avrebbe il diritto di poter richiedere il permesso di soggiorno in Italia".

A preoccupare il parroco e i volontari che gestiscono gli ospiti di Vicofaro sono anche le condizioni in cui Lamin viene detenuto. "Nei centri di permanenza per il rimpatrio non è prevista la possibilità di visita, nessuno di noi è riuscito a vedere Lamin da ottobre, solo agli avvocati è permesso incontrarsi con i detenuti – evidenzia il parroco di Vicofaro –. Le forze politiche e sociali devono aprire una riflessione su questi centri di espulsione, dove si negano i diritti e la dignità delle persone. Inoltre ci sembra assurdo che la decisione di inviare i migranti nei Cpr sia lasciata in mano al funzionario di polizia con la sola convalida del giudice di pace, come se si trattasse di un semplice fatto amministrativo. Il rimpatrio è un evento che incide gravemente sulla vita delle persone, perciò, per evitare errori e decisioni arbitrarie, il giudizio dovrebbe essere nelle mani di un giudice ordinario. Auspico inoltre – conclude don Biancalani – che i nostri politici regionali si impegnino a respingere il progetto dell’attuale Governo di costruire nuovi Cpr".

Don Massimo si chiede inoltre quale destino dovrà affrontare Lamin una volta tornato in Gambia: "Parliamo di un ragazzo che si era ben integrato e che non ha un futuro certo nel suo paese di origine. Proponiamo dunque una raccolta fondi per Lamin e la sua famiglia".

Questi i dati per chi volesse effettuare una donazione: Parrocchia di Vicofaro, via di Santa Maria Maggiore 71; Iban: IT25M0306913834100000002852; causale: "per Lamin".

s.f.