Ex Breda, i proprietari ancora senza nome

L’area è stata aggiudicata in via definitiva a ’imprenditori non locali’, ma ora è mistero fitto. Cialdi: "Nodo importante per la città"

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Le carte ufficiali tardano ad arrivare e così il nuovo "padrone di casa" dell’area ex Breda, aggiudicata in via definitiva nell’asta di martedì mattina nello studio fiorentino del notaio Gunnella per 3 milioni e 850mila euro, è ancora senza un nome. Un "corto circuito" burocratico, un’assenza di comunicazione formale nella catena che congiunge notaio, curatori e Comune di Pistoia che non consente, nonostante l’interesse pubblico della vicenda, di scoprire ancora le carte e che lascia un alone di mistero sull’identità dei nuovi aggiudicatari. Nomi del resto non ne erano usciti neppure per bocca di uno dei curatori contattati, la dottoressa Manuela Olastri, che adduceva motivazioni di privacy all’impossibilità di comunicarli, sebbene il risultato della prima aggiudicazione – quella andata alla Olimpia Real Estate di Milano – fosse stato noto al Comune e alla città nel giro di appena qualche ora. Di certo, come annunciato dal sindaco Alessandro Tomasi mercoledì e confermato ieri dall’assessore all’urbanistica Leonardo Cialdi, c’è un appuntamento da inserire in agenda già richiesto dal tecnico della parte acquirente, che sembrerebbe essere costituita da imprenditori non locali.

L’iter prevede che per consentire al Comune di espletare gli accertamenti antimafia richiesti (che dovranno essere completati nel giro di centoventi giorni) il nome, ovviamente, venga ufficializzato, cosa che sembrava dovesse accadere ieri così come annunciato, ma evidentemente a questo punto i tempi non risultano chiari neppure all’amministrazione.

L’offerta ritenuta congrua dal notaio è stata pari a 3 milioni e 850mila euro, con un rialzo di oltre il 10% rispetto ai 3 milioni e 450mila offerti dalla Olimpia di Milano. Un rialzo che consentirà di aprire spiragli più incoraggianti per i creditori, tanti, rimasti all’asciutto con il fallimento della Giusti: più soldi sul piatto consentiranno alle banche e agli imprenditori coinvolti nei lavori dell’ex cantiere maggiori possibilità di incasso. Nomi a parte, in questa fase prende il via un iter sostanzialmente fotocopia della precedente aggiudicazione, con la differenza che in questo tempo i termini per accogliere nuove offerte sono decaduti e dunque la vicenda può dirsi chiusa, salvo colpi di scena, ovvero che l’acquirente non trasferisca la cifra per intero allo scadere dei giorni: "Adesso – spiegava ieri la curatrice – si apre una fase interlocutoria per verificare le carte, poi sostanzialmente sarà necessario arrivare al saldo prezzo per poter effettuare il trasferimento all’acquirente, cosa che dovrà accadere entro centoventi giorni".

Guardando allo storico della vicenda, cinque sono stati i tentativi d’asta dell’area che in due anni hanno stroncato la richiesta economica. Per la vendita dell’area ex Breda, la prima chiamata di fronte al giudice risale all’ottobre 2019, base d’asta 10 milioni e 120mila euro. Zero le offerte, fino al settembre scorso quando alla porta a bussare furono due candidati. Sbloccare il cantiere, cosa auspicata da più parti in città, porterebbe un beneficio non solo in termini di decoro, ma anche di utilità pubblica: "Il buon esito dell’asta – fu il commento dell’assessore all’urbanistica Leonardo Cialdi nella scorsa seduta – comporta anche la realizzazione di 9 milioni e 700mila euro di opere pubbliche".

l.m.