Estate migliore del 2017: i vivaisti esultano, ma è allarme per gli olivi

Produzione di piante a gonfie vele, mentre in alcune aree le gelate primaverili hanno azzerato la produzione di olio. Giardini di casa: ecco come proteggerli

Vannino Vannucci (Associazione vivaisti italiani)

Vannino Vannucci (Associazione vivaisti italiani)

Pistoia, 20 luglio 2018 - Produzione nei vivai a pieno regime, ma è allarme per gli olivi. Sì, l’estate, per quanto calda, non avrà la meglio sulla produzione vivaistica. Le condizioni atmosferiche – annunciano gli addetti ai lavori – sono ideali per aspettarsi buoni risultati rispetto al passato. L’unica eccezione, da non sottovalutare, è per i produttori di olio perchè, anche se il caldo di questi giorni può dare una mano, in molti casi pioggia e freddo dei mesi scorsi hanno già compromesso le condizioni degli olivi.

«Fra Larciano e Lamporecchio – racconta il presidente Cia Sandro Orlandini – ci sono appezzamenti di terreno in cui, fin da oggi, è prevedibile una raccolta praticamente azzerata. Questo a causa della gelata tardiva del marzo scorso che ha danneggiato le piante». La situazione di alcuni produttori si annuncia talmente difficile che l’associazione di Orlandini sta pensando di attivare le richieste per lo stato di calamità alla Regione: «Ma sarà difficile – aggiunge subito il presidente – perchè i danni da gelo si sono manifestati a macchia di leopardo sul territorio e per ottenere gli indennizzi è necessario che la calamità sia più uniforme sul territorio».

Se sul versante del Montalbano c’è chi è già costretto a calcolare i mancati guadagni, sulla piana il clima sembra essere molto diverso. «Le gelate dell’inverno hanno danneggiato soltanto poche piante ma in generale il settore ornamentale si trova in buone condizioni di salute», nota ancora Orlandini. Un’analisi condivisa dal presidente del Distretto vivaistico Francesco Mati, soddisfatto per l’andamento del clima nelle ultime settimane: «Questa – spiega – è un’estate molto meno calda di tante che l’hanno preceduta e questa situazione ha effetti positivi sulla vegetazione. La pianta entra infatti in sofferenza intorno ai 39-40 gradi mentre le temperature attuali non rappresentano un fattore di particolare disturbo e vengono più facilmente tollerate».

Soddisfatto anche Vannino Vannucci (Associazione vivaisti italiani): «La produzione sta andando abbastanza bene. I fattori che più incidono nel settore vivaistico sono due: il primo è climatico ed il secondo è più di carattere politico-commerciale. Per il clima abbiamo avuto non pochi problemi durante il mese di marzo, che essendo stato particolarmente piovoso non ci ha permesso di finalizzare nel miglior modo le vendite. Infatti occorre ricordare che se il cliente finale non è in grado di realizzare il proprio giardino o rimanda il lavoro, anche noi produttori ne restiamo penalizzati. L’altro aspetto, più di carattere politico, riguarda i mercati potenzialmente importanti ma caratterizzati da politiche interne sempre più “protezionistiche”. Fra tutti la Turchia e la Russia, ma non solo. Per il resto dei mercati Europei direi che la stagione è stata sui livelli attesi e quindi siamo tutto sommato soddisfatti».

La colonnina di mercurio sotto le medie degli ultimi anni ha riscontri positivi anche da altri punti di vista, a cominciare dal consumo idrico, ridotto rispetto al passato. «Di conseguenza – dice Mati – per il momento la produzione sta procedendo per il meglio ed è possibile prevedere miglioramenti nel commercio a partire dal prossimo anno, quando le piante che stanno crescendo verranno messe sul mercato».

Ma come si proteggono orti e giardini di casa? «L’erba – suggerisce Mati – va lasciata a sei centimetri. Mai annaffiare la sera o la notte, meglio la mattina».