"Energia, bolletta da 13mila euro". Ma i ristoratori provano a resistere

Pochi clienti per i contagi e costi lievitati: c'è chi apre solo nel fine settimana e chi invece non vuole cambiare

Controllo del green pass in un locale in una immagine d’archivio

Controllo del green pass in un locale in una immagine d’archivio

Pistoia, 1 febbraio 2022 -  Cercare di risparmiare il più possibile su elettricità e gas, alla luce dei pesanti rincari in bolletta, ripensando i giorni di apertura e chiusura. Anche perché lavorare sei se non sette giorni alla settimana, spesso e volentieri non ne vale la pena dal punto di vista economico, dato lo scarso giro di clienti. E' questa la politica che molti ristoranti hanno deciso di adottare in questo gennaio così difficile. Già in una situazione di normalità, questo periodo dell'anno non è mai stato particolarmente fortunato per il settore, per via di un normale calo di avventori dopo Natale e Capodanno. A maggior ragione adesso, con l'ondata della variante Omicron che ancora sta costringendo tante persone a casa. Se a questo si unisce anche la paura di molti ad andare fuori per pranzo o cena, ecco che il quadro diventa preoccupante e poco felice per i ristoranti, compresi quelli pistoiesi. E così in diversi hanno deciso di rivedere i propri orari, come ad esempio il BonodiNulla.  

«Dal 10 gennaio abbiamo provato ad aprire solo il weekend a causa della situazione che stiamo passando. Il risultato è stato buono, ad eccezione del venerdì a pranzo e della domenica a cena – il titolare dell'attività di via del Lastrone, Nicola Giuntini –. Da ora fino a San Valentino abbiamo scelto di cambiare ancora, mettendoci a disposizione dei clienti anche il lunedì e il giovedì, entrambi a pranzo, ma chiudendo la domenica sera". Una decisione forzata dai fatti. "Solitamente spendevamo fra i 2.000 e i 2.800 euro per la bolletta. Ora, un mese e 20 giorni dopo aver cambiato il fornitore, ecco la stangata: quasi 13.000 euro in tutto, il che significa più del doppio su base mensile. E' chiaro quindi che bisogna organizzarci di conseguenza, provando a massimizzare gli sforzi".  

Una filosofia questa sposata anche da Luca Fabbri dell'Osteria del Can Bianco, che tuttavia ha preferito mantenere il lunedì come unico giorno di chiusura. "Nonostante il salto in bolletta da 1.000 euro a 1.800, credo che poco non aprire un giorno. E poi vogliamo continuare a offrire il solito servizio ai clienti, nonostante nell'ultima settimana se ne siano visti proprio pochi – sottolinea il titolare dell' esercizio di via del Can Bianco – Certo, per quel che possiamo risparmiare. Ad, quando la sala è vuota spegniamo il riscaldamento. Oppure tengo a casa una persona dello staff in ferie. Ma non intendo cambiare il nostro calendario". Sulla stessa falsariga il commento di Elena Bonfanti, titolare della Vineria N°4 in via del Lastrone: "Siamo aperti come sempre. Forse, avuto un locale più grande e ci fosse stato uno staff più numeroso, avrei fatto un altro tipo di ragionamento, ma a queste condizioni è andare avanti così, nonostante le difficoltà". Le fa eco Simone Bani de La Nicchia sulla Sala: " Il lunedì e il martedì non lavoriamo, ma questo accadeva anche prima del Covid. Mi sembrerebbe controproducente chiudere ulteriormente: daremmo l'idea di essere passivi di fronte a questa complessa e non è nelle nostre intenzioni".  

Francesco Bocchini