Effetto Covid, più depositi meno investimenti

I timori per il futuro affossano le spinte dell’economia reale e spingono famiglie e aziende ad accantonare sempre più i risparmi

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Il Covid ’fa bene’ ai conti correnti e, quindi alle banche e all’economia finanziaria. Ma molto male agli investimenti e all’economia ’reale’. Calata in un tasso d’inflazione prossimo allo zero, la pandemia ha finito per ingrossare la porzione dei risparmi che le famiglie e le aziende hanno deciso di accantonare sul proprio conto corrente anche in previsione di periodi che si annunciano densi di difficoltà. Solo per rimanere alla nostra provincia, per esempio, secondo dati diffusi dalla Cgil i depositi bancari sono passati da 6 miliardi e 221milioni di fine gennaio a 6 miliardi e 612 milioni di fine giugno (con tratta di una media di circa 20 euro a pistoiese).

Allo stesso modo, i depositi dei cittadini toscani nelle banche sono passati, nello stesso periodo, da 91 a oltre 94 miliardi. L’incertezza e l’angoscia determinata dalla pandemia di Covid 19, ha così accentuato fenomeni in atto da alcuni anni. Nessuno sa cosa ci aspetta nei prossimi mesi dal punto di vista epidemiologico, quali saranno i reali tempi del vaccino e di conseguenza, come tutti affermano, di ’normalizzazione’ anche del ciclo economico. Nel peggior trimestre di sempre nelle economie occidentali, il Pil dell’Eurozona si cè contratto più di quello americano anche se, malgrado il lockdown e l’efficacia solo parziale degli aiuti, l’Italia è per il momento a contenere (almeno fino a fine luglio) il calo a un -12,4 per cento. Incertezza e preoccupazioni remano contro la ripresa. Da più parti vengono dunque auspicati incentivi agli investimenti, sia pubblici che privati.

Fra le proposte per smobilizzare liquidità e immetterle nel sistema produttivo, quella di Daniele Quiriconi, segretario regionale Fisac Cgil. "Anche le le regioni, compresa la Toscana, potrebbero essere soggetti protagonisti nel promuovere emissioni di nuovi social bond affiancando le attività di Cassa depositi e prestiti e altri soggetti pubblici che si sono mossi in questo senso e in tutta Europa, nei mesi scorsi. Accompagnare, quindi, con obiettivi di riconversione economica in senso ambientale e di profilo sociale, anche i nostri distretti industriali affiancandosi alle azioni rese possibili dalle risorse del Recovery Fund. Ciò – conclude il segretario del sindacato del settore assicurazioni e credito – vale a maggior ragione in un territorio di piccola e media impresa diffusa come il nostro".

S.T.