La questura scrive a don Biancalani. "A Vicofaro solo 19 migranti"

Il prete: «Porte aperte»

Nuovi problemi a Vicofaro per don Massimo Biancalani (foto di repertorio)

Nuovi problemi a Vicofaro per don Massimo Biancalani (foto di repertorio)

Pistoia, 29 agosto 2019 - Solo 19 migranti potranno essere ospitati a Vicofaro. Lo scrive in una raccomandata la questura di Pistoia al parroco don Massimo Biancalani dopo che il Comune ha trasmesso alla polizia i criteri di abitabilità della canonica accanto alla parrocchia. «Secondo quanto emerge dalla nota che ci è stata spedita solo 19 migranti potranno rinnovare il permesso di soggiorno – spiega don Massimo – aumenteranno così le difficoltà che abbiamo quotidianamente per fronteggiare l’emergenza accoglienza». Il parroco promette battaglia legale.

«NON CHIUDEREMO le porte della chiesa – dice – Stiamo facendo un servizio alla comunità impedendo che questi ragazzi, usciti dalla protezione dello Stato dormano nei parchi o nei giardini del centro. Non solo – aggiunge don Biancalani – Molti di loro lavorano a Prato, nella zona Macrolotto, e questo lavoro lo perderanno se non avranno più il permesso di soggiorno che, come tutti sanno, è legato al domicilio della persona. L’effetto? In questo modo verrà alimentato il mercato dei documenti falsi ma soprattutto decine di ragazzi si ritroveranno per strada, di notte e di giorno».

IN QUESTO MOMENTO a Vicofaro, almeno di notte, trovano ospitalità un centinaio di migranti. Molti usano la chiesa solo come dormitorio, mentre di giorno vanno alla ricerca di fortuna in giro per la Toscana, altri invece ci vivono da tempo e dalla chiesa partono tutti i giorni per andare a lavorare e studiare.

«NON MANDEREMO via nessuno da qui – sottolinea don Massimo – E’ una questione di umanità. Come ho sempre detto, stiamo facendo un servizio non solo a questi ragazzi ma anche allo Stato perché l’accoglienza che portiamo avanti non costa nulla alle istituzioni. Si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di giovani che hanno terminato il periodo di protezione e che si ritrovano per strada. Abbiamo bisogno di sostegno, non di ostacoli in questo percorso di emergenza umanitaria».

Michela Monti