Tutti assolti, perché il fatto non sussiste. Il giudice Alessandro Buzzegoli ha letto ieri pomeriggio la sentenza con la quale si è chiuso il processo per la mancata assistenza ad un disabile, vissuto per venti anni esiliato dal mondo, insieme alla madre, incapace di prendersene cura. Il caso era emerso nel 2018, quando due nipoti dell’anziana madre dell’uomo (all’epoca 44enne, di cui non forniamo il nome a sua tutela), affetto dalla sindrome di Down, avevano scoperto lo stato di abbandono in cui il cugino viveva, esiliato nella sua camera, al piano di sopra della vecchia colonica, in uno stato di abbandono psichico e fisico, in condizioni igieniche di totale degrado. Da quella segnalazione, si era messa in moto la macchina dell’assistenza: il giudice tutelare, dottor Giuseppe Ciccarelli, aveva nominato un amministratore di sostegno, l’avvocato Ilaria Vettori, e madre e figlio erano stati infine accolti in una struttura residenziale, la Turati di Gavinana, dove tuttora risiedono. A finire sul banco degli imputati, accusati di omissione di soccorso, erano stati il medico di famiglia, che accedeva in casa per le visite e la somministrazione dei vaccini, e l’amico tuttofare, che si occupava delle questioni economiche di madre e figlio. Entrambi, però, hanno richiesto e ottenuto tramite i loro legali l’estinzione del reato: il giudice per le udienze preliminari Patrizia Martucci ha disposto per entrambi, a dicembre del 2021, un periodo di messa alla prova. Insieme a loro, accusati anch’essi di omissione di soccorso, erano finiti anche quei nipoti della madre del disabile e il coniuge di uno di loro, che avevano per primi denunciato la situazione, sia pur tardivamente. Ieri si è celebrata l’ultima parte del processo: il pm Luigi Boccia (ieri sostituito in aula) aveva chiesto la condanna a una pena pecuniaria, pari alla sanzione di 1.500 euro per ognuno dei tre imputati. Condanna richiesta anche dall’avvocato di parte civile, Michele Capecchi. Il giudice Alessandro Buzzegoli ha assolto tutti e tre gli imputati perché il fatto non sussiste. "Siamo soddisfatti dell’esito - commenta l’avvocato Fausto Malucchi – i miei assistiti avevano infatti subito denunciato la situazione di emergenza, non appena ne erano venuti a conoscenza". M.V.