"Dateci un pediatra fisso I bambini vanno seguiti"

Parlano i genitori dei piccoli interessati dal servizio che ora sarà scoperto "Da oggi dovremo arrivare a Pistoia per ogni emergenza e per l’ordinario"

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Pediatra in Montagna, un nervo sempre più scoperto e le rassicurazioni del direttore della Società della Salute, Daniele Mannelli, non sembrano aver sortito grandi effetti. "Sicuramente positivo-afferma Simone Ferrari, uno dei portavoce dei genitori-che cinque dei pediatri che hanno partecipato al bando, abbiano manifestato disponibilità a fare servizio in Montagna ma, in prima battuta c’è da aspettare che questa possibilità venga confermata, poi che accettino la Montagna Pistoiese invece che quella amiatina o chissà dove, quindi ci saranno da aspettare tre mesi prima che prendano servizio, intanto con domani la dottoressa Perrone ci lascia e rimane unico presidio quello del venerdì pomeriggio a Cutigliano, veramente troppo poco per i bisogni reali del territorio. Inoltre non è chiaro se la professionista distaccata dall’ospedale, di cui si dice un gran bene, abbia accesso a tutti i dati dei giovani pazienti. Infine, facendo servizio il solo venerdì pomeriggio c’è da chiedere ai bambini di ammalarsi il giovedì per poter essere curati il giorno dopo, se si ammala il sabato o la domenica si slitta alla settimana seguente. Se poi, a seguito del possibile nuovo assetto con tre giorni settimanali di ambulatorio, peraltro tutto da verificare, ci fosse un picco di febbre, evento probabile nella stagione invernale, ci sarà da scendere comunque a Pistoia, sempre che le strade siano adeguatamente percorribili".

Ben poco ottimiste anche le mamme: "il pediatra ci dovrebbe essere tutti i giorni-afferma Cinzia Innocenti, che abita a Lizzano-possibilmente sempre lo stesso affinché possa garantire la continuità assistenziale, conoscendo il bambino, stante questa condizione sono costretta a portarlo a Pistoia pagando le visite, ma almeno lo segue un pediatra che ne conosce la storia sanitaria. È chiaro che scendere a Pistoia rappresenta, in certi periodi dell’anno un rischio, oltre a portar via un sacco di tempo. Non è indifferente neppure il costo ma, davanti alla salute di un figlio si rinuncia a tutto il resto. I bimbi- conclude la signora -sono soggetti fragili, non possono essere abbandonati così, a volte è difficile anche farli parlare e un rapporto di fiducia con il medico fa la differenza. Io amo la montagna e non voglio lasciarla nonostante facciano di tutto per sradicarci".

Elena Bernardi, che abita a Pian di Novello, si trova sulla stessa lunghezza d’onda: "Anche se non è una soluzione ideale, i cinque pediatri che si sono manifestati disponibili potrebbero fare ambulatorio un giorno per uno, almeno coprirebbero tutta la settimana. Il modo in cui siamo trattati non è giusto".

Andrea Nannini