Da una parte il periodo più complesso dell’anno, ovvero l’estate, per gli affari nel vivaismo. Dall’altra il confronto con il 2021 che, dopo il lockdown, ha rappresentato un "unicum" mai più raggiungibile nella storia del settore. Si provano a spiegare così i numeri negativi per quanto concerne il Distretto vivaistico pistoiese, in tema di esportazioni, che sono emersi dal "Monitor" sul terzo trimestre 2022 pubblicato dall’osservatorio di Intesa San Paolo. A tracciare queste due variabili è Luca Magazzini, presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani, che parla anche di quelli che potranno essere gli scenari futuri per il settore che sta per entrare nel periodo più importante dell’anno. "I numeri dicono ciò che in parte mi aspettavo – afferma Magazzini – non siamo il traino dell’agro-alimentare secondo gli ultimi dati anche perché, storicamente, è una fase complicata per il mercato, di fatto quasi fermo per il settore, fra giugno e settembre". "Vedendo il confronto col 2021, si notano differenze importanti perché la ripartenza post-pandemia ha letteralmente ’drogato’ il mercato con l’acquisto di un quantitativo di piante a livello globale davvero fuori da ogni previsione – aggiunge – e può essere che ci siano state rimanenze da smaltire, parlo per i garden per esempio. Un altro mondo, invece, è quello del mercato dei lavori di allestimenti di parchi e giardini, dove i numeri sono rimasti costanti in questi due anni. E’ ovvio che, poi, ciascuno ha ricadute più o meno pesanti da questo calo in base a ciò che produce: chi fa alberature, per esempio, non ha avuto alcun calo". Con l’inverno che entra nella sua fase finale, però, adesso c’è da fare i grandi numeri di fatturato per il settore nei prossimi due mesi e, solo allora, capiremo cosa si porterà in dote questo 2023, condizionato anche dalle ripercussioni dell’aumento delle materie prime e dei costi energetici. Ma ci sono segnali buoni anche più a lungo raggio. "La recente fiera di Essen ci dice che i segnali di ripresa ci sono – conclude Magazzini – i cali di esportazioni in Francia e Regno Unito sono da associare anche all’inflazione alta che vuol dire meno potere d’acquisto per le persone. Proprio Oltralpe, tra l’altro, il mercato nei prossimi mesi sarà di nuovo in grande crescita per il traino delle Olimpiadi 2024 e quindi c’è da aspettarsi una decisa risalita. E’ chiaro, poi, che sul guadagno finale incideranno tantissimo le spese". S.M.