Crollano le antiche mura. Choc in viale Arcadia

Ore 17, giù una larga por zione della terza cerchia. I massi si schiantano su un terreno, nessun ferito. Nel 2011 stesso incidente nel medesimo tratto

Pistoia, crollo delle mura

Pistoia, crollo delle mura

Pistoia, 7 settembre 2020 - Alla fine, la cosa più importante da scrivere è che è andata bene. Se per qualche ragione di statica, o solo per destino, la porzione di mura lunga una trentina di metri invece di crollare verso il terreno incolto sottostante e lambito dal torrente Brana, si fosse schiantata sul camminamento pedonale di viale Arcadia, le possibilità di piangere una o più vittime sarebbero state concrete. La grande paura nella zona di viale all’altezza del civico 95 e seguenti si consuma verso le 17. Una montagna di pietre della terza cerchia muraria si abbatte sul terreno abbandonato che confina con le due serre di una rivendita di piante.

Più tardi, all’imbrunire, arriveranno le unità cinofile dei vigili del fuoco da Livorno per cercare sotto i massi con due cani eventuali vittime: per fortuna si tratterà di una doverosa precauzione senza esito. Dopo il tremendo schianto scatta l’allarme. Un tranquillo pomeriggio di fine estate diventa all’improvviso e in un istante un finale di domenica caotico. In viale Arcadia davanti all’impressionante squarcio aperto nelle mura arrivano vigili urbani, pompieri, l’architetto comunale reperibile Eduardo Russo, il funzionario del cantiere comunale Angelo Biagini, il sindaco Tomasi, l’assessore Magni che si trovava nei paraggi, poi li raggiunge l’assessore Bartolomei.

Tomasi sgrana gli occhi esterrefatto ma non perde la calma, il cellulare del sindaco si arroventa di chiamate su chiamate. Una di queste alla Soprintendenza, le mura antiche sono un bene vincolato e prima di smuovere anche un sassolino si deve concordare l’intervento con gli esperti del ministero dei beni artistici e culturali. E stamani verso le 9 tecnici comunali, sindaco e assessori incontreranno Sergio Sernissi, funzionario della Soprintendenza. Tomasi, ieri pomeriggio a caldo, ha spiegato – anche a un gruppo di residenti che non ha mancato di manifestare il proprio sconcerto – che dal 2011, anno del primo crollo proprio di quello stesso tratto di mura, la zona era stata interdetta e che è ancora in corso una faticosa trattativa con il privato che possiede il terreno ora sepolto dai massi per rilevare l’area e avviare il risanamento. Che appunto del 2011 non è mai iniziato soprattutto perché, spiegavano sempre Tomasi, assessori e tecnici, il Comune non è riuscito a vincere i bandi regionali per ottenere i fondi necessari al risanamento. Probabile, anche se al momento è solo un’ipotesi, che si debba procedere all’abbattimento di un’ulteriore porzione di mura per poi avviare i lavori di ripristino. Intanto, come primo intervento bisognerà decidere come rimuovere la distesa di pietre crollate e dove collocarla. Ieri pomeriggio sono state stese le transenne per mettere in sicurezza l’area, in queste ore gli ingegneri dei vigili del fuoco sono al lavoro per studiare con il Comune il modo migliore e più rapido per tamponare l’emergenza. Simone Boldi