Ordini sospesi, pagamenti congelati. Il vivaismo pistoiese fa i conti con la guerra

Coldiretti denuncia: "Non solo Russia e Ucraina, bloccato anche l’export verso i Paesi ex sovietici"

Luca Magazzini, presidente di Avi (foto Acerboni)

Luca Magazzini, presidente di Avi (foto Acerboni)

Pistoia, 2 marzo 2022 - Preoccupazione e incertezza. Sono questi i sentimenti dominanti tra i florovivaisti pistoiesi in relazione alla guerra tra Russia e Ucraina e i conseguenti problemi sulle esportazioni. Coldiretti Toscana denuncia "pagamenti congelati, spedizioni annullate e rischio crollo dei prezzi dei fiori. Gli effetti del conflitto in Ucraina e delle sanzioni nei confronti di Russia e Bielorussia, unite al clima di incertezza per il futuro, stanno agitando il florovivaismo regionale". Secondo i primi dati, la guerra rischia di cancellare oltre 30 milioni di euro di esportazioni di Made in Tuscany verso i paesi direttamente coinvolti.

"Le prime conseguenze del conflitto si sono già fatte sentire nei settori con grande propensione all’export come il vivaismo – analizza Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – il canale commerciale si è già complicato e questo comporterà un inevitabile cortocircuito del settore e sulla salute delle imprese agricole, già duramente provate dai rincari dei prezzi di materie prime ed energia, con i costi di produzione che di gran lunga hanno superato il prezzo di vendita, nonché delle ripercussioni della pandemia che aveva costretto a mandare al macero il 60% della produzione di fiori recisi. Più questo conflitto durerà, più pesanti saranno i danni".

Il vivaismo, in particolare, che stava vivendo una fase espansiva proprio verso quei mercati, ha visto avverarsi le nefaste previsioni di pochi giorni fa. "Non sono bloccati solo i mercati dell’area ex-sovietica del continente europeo – spiega Coldiretti Pistoia – è bloccato anche l’export di piante da Pistoia verso i Paesi ex sovietici asiatici come Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakhstan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan".

Il volume d’affari dell’export di piante vive del polo pistoiese verso il paesi ex sovietici nei primi mesi del 2021 è stato di 13,5 milioni di euro, ecco perché la preoccupazione dell’Associazione Vivaisti Italiani è tangibile: "L’impatto purtroppo è confermato e i problemi riguardano non solo l’Ucraina, ma anche la Russia e i paesi limitrofi – afferma Luca Magazzini, presidente di Avi – ci sono tanti ordini annullati o rimandati, nonché notevoli difficoltà nella logistica perche tanti lavoratori del settore provengono da quei Paesi. Per fortuna il trend nel resto dell’Europa rimane positivo – aggiunge – ma viviamo alla giornata. Le perdite? Dipende dalle politiche delle singole aziende – spiega – per alcuni quei mercati sono marginali, per altri rappresentano anche il 20% del fatturato. Confidiamo nel lavoro della diplomazia, ma difficilmente ci saranno soluzioni a breve termine – conclude Magazzini – tanti ordini sono rimasti in sospeso per non perdere i clienti, però non potremo aspettare molto: c’è da fare i conti con deterioramento, problemi di spazi, manutenzione e costi aggiuntivi. Al momento non resta che valorizzare gli altri mercati e sperare".

Alessandro Benigni