Coronavirus: scuole aperte, consigliato il lavoro a distanza

Riunione fra prefetto e sindaci. Il messaggio: evitare assembramenti di persone dove non strettamente necessario

Emilia Zarrilli, prefetto di Pistoia

Emilia Zarrilli, prefetto di Pistoia

Pistoia, 26 febbraio 2020 - Scuole e posti di lavoro aperti, ma si consiglia il lavoro a distanza dove possibile e di non fare assembramenti di persone dove non è assolutamente indispensabile. Lo ha detto il prefetto di Pistoia, Emilia Zarrilli, al termine della riunione con i sindaci e i rappresentanti della Asl che si è svolta nella tarda mattinata di oggi in prefettura, sull'emergenza coronavirus.

“Le scuole rimarranno aperte, lo abbiamo deciso in modo unitario e collegiale, perché non si riscontrano casi problematici per cui se ne richieda la chiusura – ha dichiarato il prefetto Zarrilli, al termine della riunione con i sindaci della provincia di Pistoia - Non si chiudono i posti di lavoro – ha proseguito Zarrilli - ma si consiglia il lavoro a distanza laddove è possibile. Si consiglia anche di non fare assembramenti dove non è assolutamente indispensabile”.

E per quanto riguarda le condizioni del 49enne ricoverato nel reparto di malattie infettive dell'ospedale San Jacopo di Pistoia, il prefetto, ha spiegato che a tale proposito l'Asl “ha dato notizie piuttosto rassicuranti”. Il prefetto Zarrilli ha spiegato che la riunione con i sindaci si è resa necessaria per “avere un'unitarietà di vedute e comunicazione con i sindaci del territorio”.

“I sindaci sono subissati dalle richieste dei cittadini – ha aggiunto il prefetto - che chiedono sicurezza, soprattutto da un punto di vista sanitario, essendo i sindaci stessi responsabili della sanità sul territorio, ma al momento grosse preoccupazioni non dovremmo averne, anche con l'attenzione e con le raccomandazioni che si danno a tutti i cittadini indipendentemente da ogni altra cosa. Attenetevi alle istruzioni che ci vengono attraverso le ordinanze ministeriali e attraverso le indicazioni e i consigli che i mass media diffondono”. 

p.c.