Coronavirus. "Noi sempre in prima linea. Senza protezioni"

La lettera-appello del segretario provinciale dei medici: "Non siamo eroi, facciamo il nostro lavoro. Però abbiamo bisogno di tutele"

Massimo Niccolai, medico di famiglia e segretario Fimmg provinciale

Massimo Niccolai, medico di famiglia e segretario Fimmg provinciale

Pistoia, 13 marzo 2020 -   Questa è la voce della medicina di famiglia, di uno dei circa 270 medici di famiglia della provincia di Pistoia, la voce di uno dei tanti, uno di quelli che in questa emergenza si trovano in prima linea, ovvero uno di quelli che in caso di allerta per febbre e difficoltà respiratorie, sono i primi a essere contattati e quasi sempre a visitare i pazienti sospetti di grave infezione. Uno di quelli che in caso di febbre ed insufficienza respiratoria grave chiama il 118, il quale arriva con tute, scafandri e presidi per noi medici di famiglia inimmaginabili, soprattutto per non previsti per qualità e finora, per la tipologia di presidi fornitaci, consegnati in maniera irrisoria. Uno di quelli che oggi viene contattato in media 80-100 volte al giorno al telefono compreso il sabato e la domenica Uno di quelli che oggi chiede ai vertici aziendali l’immediata fornitura di presidi sanitari validi e numerosi, perché ricorda che questa è la categoria di medici sulla quale si basa il sistema sanitario nazionale per disporre di una prima linea efficiente a fare una barriera/filtro. Chiedo ai vertici sindacali l’azione immediata sul ministero della sanità e sugli assessori regionali per far ottenere alla nostra categoria quelle misure atte al contenimento ed alla riduzione del contagio come ad esempio: incidere sull’I nps per ottenere in questo frangente la possibilità di emettere certificati di malattia anche solo dietro contatto telefonico; riuscire a far partire la vera ricetta dematerializzata che raggiunga direttamente le farmacie senza far spostare due volte i pazienti. Sono anche uno di quelli che avrebbe tante cose da dire, ma che appena ha finito di scrivere queste esternazioni/picconate, riparte per fare le visite a domicilio, ultima guarda caso la telefonata di una mamma di un figlio con febbre a 38°, tosse e difficoltà respiratoria... Che fareste? Non ci andreste? Nessuno di noi si considera un martire o un eroe, in fondo ognuno si sceglie il proprio lavoro, ma se mi si permette il paragone mi sento a disagio nello stesso modo come quando leggo sul giornale che è morto un operaio sul lavoro perché non sono state rispettate le regole di prevenzione. E per noi la prevenzione mi pare sia solo aspettare che venga presto l’estate.

 

Massimo Niccolai,  medico di famiglia e Segretario FIMMG Provinciale