Ripresa frenata da guerra e politica. "Ma le famiglie consumano di più"

La provincia di Pistoia supera la media regionale anche sul fronte del "valore aggiunto" che ha toccato l’8,2%. Bene l’industria e i servizi, continua a zoppicare l’agricoltura. L’export cresce di 150 milioni di euro

Pistoia, 2 agosto 2022 - In un quadro regionale che vede la ripresa economica arrestarsi progressivamente, Pistoia para il colpo e si mantiene in linea di galleggiamento. Lo dicono i dati dell’Ires (Istituto di ricerche economiche e sociali), contenuti all’interno del focus "Toscana, la ripresa si è fermata. La guerra spinge inflazione e recessione, la crisi di governo è un’ulteriore incognita" presentato ieri a Firenze nella sede di Cgil Toscana, alla presenza della segretaria generale Dalida Angelini, del presidente del centro studi Gianfranco Francese e del ricercatore Roberto Errico. Un lavoro prezioso che analizza i dati economici dell’ultimo anno e stima previsioni sull’andamento futuro delle province toscane, andamento reso assai incerto da guerra, pandemia, inflazione, caro-energia, crisi climatica e, in ultimo, instabilità politica.

Pistoia, come dicevamo, dimostra una sostanziale tenuta. La Provincia chiude il 2021 con un aumento significativo del valore aggiunto (differenza fra il valore della produzione di beni e servizi e i costi sostenuti da parte delle singole unità produttive, ndr) pari all’8,2%. Si tratta di un risultato superiore alla media regionale di quasi un punto e mezzo, che però arriva dopo un biennio di crescita negativa pari al -11,6%. Da segnalare, in particolare, l’ottimo risultato delle esportazioni, cresciute di circa 150 milioni di euro e che hanno contribuito ad un saldo della bilancia commerciale positivo per 510 milioni di euro (+60 milioni di euro rispetto al 2020). Bene le costruzioni (+30,8%), in ripresa l’industria (+10,5%, dopo il -17,2% del 2020) e i servizi (+6,4%, dopo un triennio in costante segno meno per un complessivo -10,6%), continua a zoppicare l’agricoltura (+4,3% dopo il 15,9% del 2020, con una previsione negativa sul 2022). La ripresa ha dispiegato i suoi effetti benefici anche sul reddito disponibile delle famiglie, che dopo un 2019 a crescita sostanzialmente zero ed un 2020 in territorio negativo, torna a crescere nel 2021 del 3,5%: dato in linea con quello regionale.

I consumi delle famiglie si attestano invece sul +7,3%, in ripresa dopo il crollo del 2020 (-12,6%). I dolori, così come per le altre province della Toscana, riguardano le prospettive per il 2022-2023: perché se è vero che la ripresa continuerà, lo farà a tassi di crescita nettamente inferiori rispetto al 2021 (nello specifico, per quanto concerne Pistoia, +2,8% di valore aggiunto nel 2022 e altrettanto nel 2023). "In assenza di un’adeguata ed orientata azione di governo – si legge nella nota – è realistica l’ipotesi che un azzeramento della crescita nella seconda metà dell’anno in corso trascini con sé anche un significativo ridimensionamento delle ipotesi di crescita nel 2023". Uno scenario che di fatto chiuderebbe una fase positiva di ripresa che si era realizzata nel 2021 in tutte le province toscane con diversa intensità coerentemente ad una crescita del Pil che si era attestata al 6,9%, tendenza già interrotta con l’inizio dell’anno in corso e con previsioni attuali sul saldo finale del Pil in Toscana nel 2022 che non lasciano spazio all’ottimismo e alla fiducia.

"Ci troviamo di fronte a un quadro in grado di far deflagrare la tenuta sociale ed economica dell’Italia e della Toscana – ha spiegato Angelini – servono risposte per cittadini e lavoratori, per evitare una pericolosa crisi sociale: è questa la priorità. Bisogna aumentare i salari e riformare il fisco, combattere la precarietà, costruire un nuovo stato sociale in particolare a partire da sanità, istruzione e non autosufficienza, con politiche di sviluppo e di nuovo intervento pubblico. Abbiamo in programma un percorso di proposta e mobilitazione e in campagna elettorale presenteremo le nostre proposte ai partiti".