
Silvia Pacini , una volontaria, con uno dei conigli ospiti del Rifugio
Pistoia, 28 marzo 2019 - Renato è il cane decano del Rifugio. Di tempo dal suo arrivo ne è passato talmente tanto che nessuno più se lo ricorda con precisione. Henri invece - come Henri de L’isola dell’ingiustizia-Alcatraz, il film che parla delle barbarie del terribile carcere statunitense - è qui da forse 15 giorni, ma cerca una nuova casa disperatamente per dimenticare i maltrattamenti che ha dovuto subire per mano di padroni incapaci di accudirlo come avrebbe meritato.
Sono due delle tante, centinaia di storie che animano il Rifugio del Cane Enpa di Pistoia, casa dei quattro zampe randagi o rimasti orfani dei loro proprietari per mille motivi. Cani e gatti soprattutto, ma non solo: appena si entra un piccolo spazio è riservato anche ai conigli domestici. "Sono loro i nuovi randagi - ci raccontano l’educatrice Marina Garfagnoli e la volontaria Silvia Pacini - Vengono prima acquistati, poi per noia abbandonati. Al momento ne abbiamo solo cinque, ma ci sono stati momenti con assai più ospiti di adesso".
Ognuno degli animali che si trova qui al Rifugio ha una sua storia personale, troppo spesso di dolore. Tra i 170 e i 200 i cani ospiti, intorno ai 50 i gatti. Arrivano perché hanno perso la strada di casa, oppure perché sono semplici randagi raccolti sul territorio, altri perché hanno dimostrato problemi di aggressività non gestibili, altri ancora perché i padroni non possono più occuparsi di loro. I volontari, le adozioni, le coperte, le cucce o il cibo non bastano mai e gli appelli affinché si possa fare sempre di più si moltiplicano. "La struttura è imponente - ci illustra la consigliera Enpa Natalia Sciarrillo -. Abbiamo sempre bisogno di qualcosa o qualcuno, le forze non sono mai abbastanza".
Tra i 25 e i 30 i volontari al momento attivi intorno all’orbita del Rifugio, una ottantina invece gli "adottanti da passeggiata", cioè quelle presenze più o meno fisse del Rifugio che si prendono l’impegno di portare a spasso i cani due giorni a settimana. Con la speranza che poi delle semplici passeggiate diventino adozioni vere e proprie. Casper, un gattone bianco e grigio, è qui dal 2011, è il boss della Collina dei gatti, uno dei 12 che la abita.
"Far adottare i mici più piccoli è più semplice - continua Natalia -, meno lo è per quelli più adulti. Specie se hanno subito traumi importanti che li rendono più diffidenti". Sono ancora diffusi i casi di maltrattamento? "Un paio l’anno capitano sempre - conclude - ma si tratta solo della punta di un iceberg purtroppo. Siamo comunque contenti perché grazie al ‘micino day’ molti di loro trovano una casa e qui vi restano nell’amore dei nuovi padroni per tutta la vita".
Per info su adozioni o visite al Rifugio: 339.2082783.