Circolo di Vellano a pieno ritmo: l’attenzione è puntata sul castagno

Importante documento sulla lotta al cinipide predisposto dall’Istituto Lucchese per la documentazione e la ricerca forestale

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Riparte a pieno l’attività culturale del Circolo Arci di Vellano e riparte monitorando la presenza del cinipide sui castagni che ricoprono le montagne pesciatine e della Toscana centrale. Sull’argomento, molto sentito dai coltivatori locali che producono farina di castagne di alto pregio, Roberto Franchini rende noto un documento appositamente predisposto dall’Istituto lucchese per la documentazione sul castagno e la ricerca forestale.

"In questa stagione – spiega – i castagni stanno emettendo nuove foglie e nuovi getti e come ogni anno si parla dei danni prodotti dalle galle dovute al cinipide (Dryocosmus koriphilus). Dare una valutazione sulla presenza e sui danni prodotti dal cinipide del castagno richiede però un’analisi attenta della situazione e soprattutto il tener conto di aspetti specifici variabili da areale ad areale e di alcuni dati che i ricercatori cercano di render noti al mondo dei selvicoltori e degli appassionati è imprescindibile. In primo luogo va chiarito che l’introduzione del parassitoide Torymus sinensis (l’insetto buono che si nutre delle larve del cinipide) non può produrre la totale scomparsa del cinipide stesso, ma può solo limitarne la presenza. In natura infatti è molto difficile che il predatore ‘distrugga’ totalmente la popolazione della sua preda e ciò per il semplice motivo che, mancando la preda, il predatore stesso si estinguerebbe. Quindi nei castagneti, anche dopo i lanci del Torymus, le galle saranno sempre presenti, probabilmente con annate o periodi di maggiore e minore presenza. Si viene cioè a creare una canonica fluttuazione ciclica delle due popolazioni di insetti".

"Per valutare quale sia l’effetto delle galle sulla fogliazione e sulla fioritura – va avanti Franchini – si deve aspettare ancora qualche settimana; è ancora troppo presto per osservare la completa crescita e distensione delle foglie e quindi anche per valutare in pieno la posizione e l’effetto che la presenza delle galle può avere non solo sulla chioma, ma soprattutto sull’allungamento dei nuovi rametti. Se si osservano piante coltivate in modo corretto e in buon stato di salute, si vede che reagiscono molto meglio all’attacco del cinipide rispetto alle piante che versano in cattivo stato vegetativo. I meccanismi fisiologici che permettono ai castagni di reagire al cinipide sono tuttora oggetto di studio, ma è un fatto che allo stato attuale le zone d’Italia in cui la coltivazione del castagno è praticata con maggiore attenzione ricorrendo a corrette potature, alla concimazione e quando possibile gestendo castagneti siti in luoghi poco soggetti alla siccità, i risultati sono di gran lunga più incoraggianti. E’ quindi fuorviante valutare l’impatto del cinipide su castagneti in abbandono e in luoghi eccessivamente caldi e secchi, dove si ha una maggior infestazione anche di altre malattie, ad esempio il cancro corticale. In tali situazioni, anche se i lanci del Torymus sono stati fatti, si osserveranno molte galle in grado di danneggiare pesantemente foglie e nuovi getti. Sarebbe molto importante fare un serio sforzo per diffondere le buone pratiche di coltivazione, in mancanza delle quali la salute dei castagni risulta mediocre".