"Centrali idroelettriche Energia crollata del 70%"

L’associazione che raccoglie la metà dei gestori: "Valle della Lima a secco. Questa è l’estate peggiore di sempre. Tra siccità e tasse impianti a rischio"

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Centrali idroelettriche pistoiesi in estrema sofferenza a causa della siccità. Sono praticamente a secco i gli impianti alimentati (o, meglio, che dovrebbero essere alimentati) dai torrenti che scendono dalle cime dell’Appennino e che confluiscono nel Lima. E non potrebbe essere altrimenti, vista la mancanza non solo di perturbazioni, ma anche di semplici temporali estivi solitamente assai frequenti sulle aree appenniniche. Le centrali poste sull’intera valle della Lima, che scorre in provincia di Pistoia nella parte alta per poi entrare in quella di Lucca fino al Serchio, producono in media 127 GWh (127 miliardi di wattora) ogni anno. Un valore che, al momento è tagliato del 70% a causa del ridottissimo afflusso di acqua a disposizione delle turbine. Una mancanza di acqua, e quindi di energia prodotta, che va a peggiorare ulteriormente una situazione già estremamente complicata per quanto riguarda il caro-energia che le famiglie italiane stanno sperimentando nellle bollette degli ultimi tempi. A livello teorico, le turbine della valle della Lima produrrebbero il fabbisogno energetico annuo di oltre 36mila famiglie. Eppure, questo apporto di energia alla rete nazionale sta venendo a mancare a causa della siccità. Una situazione che, purtroppo, viene replicata dalle Alpi fino alla Sicilia, visto che ovunque le precipitazioni in questo 2022 sono state molto sotto le medie: questa la difficile congiuntura in corso tra siccità e caro-energia.

"Siamo molto preoccupati – sottolinea Paolo Taglioli, direttore generale Assoidroelettrica, associazione che raccoglie il 47% degli oltre 4mila impianti idroelettrici italiani – perché a Pistoia come altrove i fiumi e i torrenti su cui lavorano i nostri impianti sono a regime ridottissimo. In provincia di Pistoia, in particolare lungo la valle della Lima, stimiamo un calo di energia prodotta tra il 60% e il 70% rispetto ad un regime normale di questo periodo. Se la siccità continuerà, questa percentuale è destinata ad aumentare". I problemi, però non sono finiti: l’assenza di acqua mette in serio pericolo l’esistenza stessa delle centrali idroelettriche, che non generano più introiti per potersi sostenere.

"E’ l’anno peggiore di sempre per il settore idroelettrico italiano – ammette Taglioli –, questa tecnologia è nata 150 anni fa e mai si è avuta una siccità così lunga e così diffusa. Il governo Draghi, poi, non ci ha affatto aiutato: l’energia prodotta dalle centrali idroelettriche viene tassata all’87%: significa che per ogni 100 euro di energia venduta, 87 vanno al governo per alimentare il ‘Decreto Aiuti’. Non a caso molte centrali più piccole hanno già chiuso i battenti per i costi insostenibili". Tutte le speranze del settore idroelettrico sono legate a questo punto ai mesi di ottobre e novembre, solitamente i più generosi in termini di pioggia sul nostro territorio. "L’estate ormai è ampiamente compromessa – conclude Taglioli –, con l’autunno possiamo al massimo ‘salvare il salvabile’. Sempre ammesso che questa siccità non continui anche in quei mesi".

Francesco Storai