Caterina, sempre alla ricerca di... Bellezza "Vi porto dove si nascondono le meraviglie"

Guida turistica e ambientale, ha creato "Lo Studiolo" nel cuore del centro storico e organizza escursioni per i turisti pistoiesi

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di Lucia Agati

Caterina cammina cammina, guarda e vede. Si sofferma sugli angoli più nascosti della città. Poi percorre i sentieri e raggiunge le pievi più antiche e sconosciute. Si avventura lungo i cigli dei fossi dove ancora si trovano piccole creature quasi scomparse altrove. Si arrampica sulle colline e scopre casolari abbandonati, ma ancora densi di storia. Poi torna nel suo minuscolo regno di legno, nel cuore del centro storico, e studia. Studia libri antichi e moderni, approfondisce e poi prepara le escursioni. E incontra il favore, soprattutto, dei pistoiesi, che sanno già quanto incanto sprigionino il pulpito di Giovanni Pisano e la Visitazione di Luca della Robbia, ma sono molto incuriositi da ciò che di antico, e ignoto, è rimasto fuori dalla città. E’ così che Caterina Bellezza, nata a Pistoia il 17 novembre del 1984 e mamma di due bimbe piccine, ha dato vita al suo “Studiolo“, in vicolo de’ Bacchettoni, proprio davanti al murale del Giardino di Cino. Sì, il suo piccolo regno è proprio lì, dove un tempo c’era la cucina dove si preparavano le verdure cotte da vendere sulla Sala.

Si è mai chiesta l’origine del suo cognome?

"Sì, il babbo è fiorentino, e la sua famiglia proveniva da Perugia e prima ancora dalla Lucania. A Pistoia siamo soltanto due famiglie Bellezza e non siamo parenti. Nè siamo parenti del poeta..."

E ha mai pensato che potesse contenere il suo destino?

"In effetti per tanto tempo in casa mi sono sentita la pecora nera perchè sono tutti ingegneri: il babbo Paolo, il fratello e poi anche il marito. La mamma, Luciana Chiti, era responsabile delle assistenti sociali dell’Asl. Io mi sono diplomata allo scientifico e non avevo la più pallida idea di cosa avrei fatto, ma avevo scelto, perchè all’epoca c’era, l’indirizzo in disegno e storia dell’arte".

Quindi poi la Bellezza ha fatto davvero irruzione nella sua vita...

"Sì. ho studiato Storia dell’Arte a Firenze e dopo la triennale ho cominciato a fare le visite guidate all’Opera del Duomo. Dopo la magistrale ho fatto il corso per guida turistica e poi ambientale".

Oggi come ha messo a punto la sua formazione?

"Lavoro soprattutto con i pistoiesi. Questo mi permette di studiare continuamente, e di approfondire, variando continuamente gli eventi da proporre ai turisti pistoiesi. Sto cercando di ampliare le mie conoscenze sui luoghi “minori“, termine che a dire il vero non mi piace, ma c’è veramente tanto interesse e ogni visita è un piccolo evento a sè".

Qual è stato uno dei “luoghi minori“ che più le è piaciuto?

"La Pieve di San Pancrazio a Pieve a Celle, oltre lo zoo. E’ enorme ed è molto interessante la storia del pulpito, che è ben conservato. E’ una chiesa antichissima, sorta intorno al Mille".

E qual è invece una delle camminate che più l’hanno affascinata?

"Da Monsummano a Pieve a Nievole. L’ho fatta qualche tempo fa e venne anche l’assessore al turismo. E’ la camminata verso il Ponte di Dante. La tradizione vuole che Dante fosse nei paraggi quando incontrò i soldati che lo stavano cercando. Gli chiesero se lo avesse visto e lui risposte: “C’era quando c’ero...“ e lo lasciarono andare. Non sappiamo se questo episodio sia vero, ma sappiano anche che dietro ogni leggenda c’è un fondo di verità...".

Cosa cerca quando percorre gli argini dei fossi e dei torrenti?

"Qualche sera fa, con un gruppo, siamo andati sull’argine della Bure, tra Chiesina Montalese e Pontenuovo. Era pieno di libellule ed è stato molto emozionante. L’escursione era in collaborazione con il comitato provinciale Aics. Venti persone che sono state bene insieme. E insieme abbiamo riflettuto sulla storia, e sul presente, su quello che abbiamo perduto e su quello che c’è ancora".

E sul Montalbano cosa ha trovato?

"A Quarrata, tra Montorio e Buriano, c’è un percorso che porta alle cave del Montalbano, in collaborazione con l’agriturismo Il Calesse abbiamo visitato la cava e l’invaso Vab. Abbiamo ammirato tutta la vallata e raggiunto l’antico casolare del pollaiolo. Abbandonato ma suggestivo: ci sono, intatti, il lavatoio, il forno, l’aia. Insomma quando ti appassioni ti piace tutto e questo porta alla scoperta continua, alla sorpresa e alla meraviglia".

E in città dove li porta i turisti pistoiesi?

"Li porto nei vicoli e quasi sempre dicono di non averli mai visti, di non esserci mai passati: vicolo del Gobbo, via Puccinelli, via della Rosa. E’ una camminata piena di sorprese".

Cosa sta preparando?

"Una camminata da Santonuovo a Montemagno, si parte dalla fattoria e poi si prosegue a piedi, cena frugale da Abbrombrì e poi verso la chiesa. Poi di nuovo in centro, a Pistoia alla scoperta degli amori e le amicizie tra il Medioevo e il Rinascimento: Filippo de Lazzari, che era amico di Niccolò Forteguerri e di Enea Silvio Piccolomini, e poi l’amore tra Selvaggia Vergiolesi e Focaccia de’ Cancellieri, rammentato da Dante".