Cassa integrazione artigianato, pagamenti in ritardo

Anche nella nostra provincia migliaia in attesa da maggio. I sindacati: "I soldi ci sono, complicazioni burocratiche inaccettabili"

Circa 30mila lavoratori artigiani in Toscana senza assegno Cig da mesi (foto repertorio)

Circa 30mila lavoratori artigiani in Toscana senza assegno Cig da mesi (foto repertorio)

Pistoia, 1 ottobre 2020 -  Sono migliaia, anche a Pistoia, i lavoratori del settore artigiano che non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione Covid. Secondo calcoli dei sindacati, in tutta la Toscana le persone interessate sono 30mila. Non si ha una suddivisione provinciale ma considerando che nella nostra provincia ci sono circa 6mila dipendenti artigiani in Cig da Covid, si presume che coloro che non hanno ricevuto assegni siano alcune migliaia. Un ritardo – si spiega sempre dalle organizzazioni – dovuto unicamente alla complicata burocrazia nazionale e ai ritardi di erogazione. L’erogazione degli ammortizzatori sociali per il settore artigiano passa infatti attraverso il fondo nazionale Fsba, che ha fatto fronte alle richieste arrivate nei primi giorni dell’emergenza Covid con risorse proprie, poi ha dovuto attendere l’erogazione dei fondi stanziati dal governo. Una prima tranche è stata erogata a fine giugno e con quella, in Toscana, si è riusciti a coprire fino a inizio maggio per tutti i lavoratori del settore (circa 100mila, in 29 mila aziende). Con la fine del lockdown sono rimasti 30mila i lavoratori artigiani toscani in ‘cassa’, ma nessuno di loro ha percepito più un euro. Eppure la Corte dei Conti ha sbloccato i fondi e il governo deve solo trasferirli a Fsba, che li verserà ai lavoratori.

"Abbiamo già scritto al prefetto di Firenze, come coordinatore dei prefetti toscani – dice Mirko Lami (Cgil) – e torniamo a chiedere al governo di sbloccare subito queste risorse e anche quelle per i mesi successivi, perché questi lavoratori devono mangiare. E’ il momento di mettere da parte la burocrazia, di fronte a una situazione tragica". "Riceviamo costantemente dai lavoratori, sia come sindacato, sia all’Ente bilaterale, decine di mail preoccupate, in alcuni casi tragiche, di persone che paventano gesti estremi – afferma Ciro Recce (Cisl) –. E di fronte a questo non siamo più disposti ad aspettare: va trovato il modo di semplificare la procedura".

"Noi – dichiara Mario Catalini (Uil e Ebret) – abbiamo fatto i salti mortali, abbiamo assunto, con risorse nostre, tre persone in più per gestire le pratiche e abbiamo predisposto tutte le domande: saremmo in grado di pagare, subito, fino a luglio; purché arrivino i soldi. C’è uno scarto insopportabile tra l’azione nazionale dei ministeri e quella degli enti regionali, che sono a contatto con le persone e le aziende".