Nascite, il trend positivo di Pistoia si arresta: nel 2019 meno 10%

Al San Jacopo i nuovi nati non arrivano a mille: "Ma l'andamento negativo riguarda soprattutto i primi nove mesi dell'anno. Dallo scorso settembre numeri in aumento"

Nascite in calo (Ansa)

Nascite in calo (Ansa)

Pistoia, 2 gennaio 2020 - Per la prima volta dopo un periodo caratterizzato dal segno più - in controtendenza con i numeri generali della regione -, anche a Pistoia il dato delle nascite si arresta e anzi arretra, segnando per il 2019 un -10,1% rispetto al 2018, con un numero di nascite inferiore alle mille (990). I numeri arrivano come da tradizione dalla fotografia scattata dall'azienda sanitaria Ausl Toscana Centro a conclusione dell'anno, che fanno registrare un calo medio di circa il 7% rispetto al 2018 negli ospedali della zona di riferimento (Prato, Pistoia, Pescia, Empoli e, per Firenze, di Ponte a Niccheri, Torregalli e Mugello). Settemila settecento ventuno (7721) il totale dei nati nel 2019 contro gli 8375 nati nel 2018, con un calo di 654 nati pari a una media di circa il 7%.

Analizzando il dato regionale, nel 2019 sono nati in media 36% di bambini da madre straniera con punte massime oltre il 40% a Prato e Empoli. La presenza più bassa di bambini nati da madre straniera si è verificata a Pescia con il 23%. Per quanto riguarda la distribuzione maschi e femmine la media è quasi al 50% (47% maschi e 53% femmine). I punti più bassi del calo delle nascite sono stati toccati nei primi nove mesi dell'anno mentre negli ultimi tre mesi il trend negativo sembrerebbe essersi fermato.

“Da alcuni anni in Italia – dichiara Marco Pezzati, direttore del dipartimento Materno Infantile dell’Ausl Toscana centro - si assiste a una progressiva diminuzione del numero dei nati che trova conferma anche nel trend negativo dei nati della nostra regione. Questo andamento riguarda più o meno anche tutti i nostri sette punti nascita con punte fino al 10% al San Giuseppe di Empoli e al San Jacopo di Pistoia. La progressiva diminuzione del numero dei nati è preoccupante e quindi dobbiamo tutti sperare in politiche nazionali che possano invertire il trend negativo. Voglio però pensare in positivo – aggiunge - La lettura dei nostri dati ci dice che il calo delle nascite ha riguardato i primi nove mesi dell'anno. Confidiamo quindi nella speranza che nel nuovo anno il numero dei neonati possa nuovamente riprendere a crescere".

Il numero più alto di nati è registrato anche quest’anno dal punto nascita dell’ospedale Santo Stefano con 2145 nati a fine anno (2297 erano i nati nel 2018), seguito dal San Giovanni di Dio con 1590 nati (1689 erano i nati nel 2018), ospedale quest’ultimo fra l’altro dove le percentuali di calo sono state le più basse (-5,8% corrispondente a - 99 nati), insieme agli ospedali di Santissima Annunziata (- 6,3% corrispondente a - 67 nati) e dei S.S. Cosma e Damiano di Pescia. Il punto di nascita di Pescia, in particolare, registra la percentuale più bassa di calo di nascite (- 5,3% corrispondente a - 32 nati) di tutti e sette i punti nascita della Ausl Toscana centro.

"In attesa che politiche di sostegno alla famiglia possano ridare fiducia alle coppie e desiderio di fare figli, andando a invertire il trend negativo della natalità - sostiene Arianna Maggiali, direttore di Ostetricia professionale della Asl Toscana centro - ci stiamo impegnando per offrire un percorso nascita che sia di sempre maggiore qualità. Abbiamo incrementato l’offerta a livello consultoriale di servizi per il percorso nascita, ad esempio con l’assistenza alla gravidanza fisiologica a gestione ostetrica o con il percorso di continuità assistenziale tra territorio e ospedale, che prenderà il via, in modo sperimentale, tra pochi giorni. Contemporaneamente stiamo lavorando a livello ospedaliero, per realizzare quell’ ”esperienza positiva” della nascita che l’OMS pone come obiettivo assistenziale primario e fonte di “famiglie e comunità prospere”. Siamo soddisfatti perché le donne e le coppie sembrano apprezzare il nostro impegno: infatti, nonostante la riduzione del numero di gravidanze, sta aumentando l’utilizzo dei servizi”.