Bimbo morto dopo cesareo "I medici non hanno colpe"

Chiesta l’assoluzione per i due specialisti accusati di procurato aborto . colposo. Il pubblico ministero Gambassi: "Hanno fatto tutto il possibile" .

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"Hanno fatto tutto il possibile per salvare quel bambino”. È contenuta in questa frase la richiesta di assoluzione, per non aver commesso il fatto, pronunciata ieri pomeriggio dal pubblico ministero Linda Gambassi nei confronti di entrambi i medici sotto processo dal novembre 2018, accusati di procurato aborto colposo.

I fatti di cui si parla risalgono al 2 dicembre 2012, quando una donna di Agliana, incinta alla 31ª settimana, fu portata al pronto soccorso dell’ospedale di Pistoia in preda a una emorragia. Erano le 15.30. Le venne praticato un cesareo d’urgenza alle 17, il feto non sopravvisse. Sotto accusa, dopo la denuncia alla magistratura, finirono Giosuè Germano, 61 anni, all’epoca al 118, difeso dall’avvocato Luca Magni, e il ginecologo Antonio Minuti, 66 anni, difeso dall’avvocato Elena Mucci.

A orientare la richiesta della pubblica accusa, al termine di una istruttoria lunga e faticosa, è stata la relazione, poi spiegata in aula, stilata dai periti nominati dal giudice Paolo Fontana durante il dibattimento, il 19 febbraio 2020: il professor Carlo Canzone, ginecologo, e la professoressa Antonina Argo, anatomopatologa di fama nazionale. I due esperti, nell’analizzare tutta la documentazione, hanno concluso che quella gravidanza si presentava già a rischio, che la sofferenza del feto era in già in corso, che la placenta era previa e piccola, che la situazione non era precipitata quel pomeriggio e che gli scambi fra la placenta e il feto, la cui crescita era inferiore ai parametri, non erano mai stati regolari, elementi confermati dall’autopsia che era stata svolta sul feto alla clinica universitaria di Pisa. L’operato di entrambi i medici è stato ritenuto, dalla pubblica accusa, congruo nelle modalità e nei tempi d’intervento di fronte a una situazione che, per loro, quel giorno, come ha rilevato il Pm in aula, era inattesa e imprevedibile.

"La perizia - ha commentato l’avvocato Mucci - si è allineata alle conclusioni dei miei consulenti, il professor Mauro Marchionni, ginecologo e l’anatomopatologo Paolo Romagnoli".

Gli avvocati di parte civile, Elena Augustin e Diletta Nerini di Prato, hanno chiesto ieri una perizia sulle ecografie precedenti al ricovero, richiesta respinta dal giudice perché superflua. Il consulente della famiglia, Luca Iannucci di Prato, aveva evidenziato in aula che sarebbe stato sufficiente eseguire il cesareo un’ora prima per salvare il bambino e che il distacco di placenta non era stato visto perché non venne eseguita l’ecografia transvaginale. I legali hanno insistito nella richiesta di condanna per entrambi i medici imputati. L’avvocato Mucci pronuncerà la sua arringa lunedì, giorno in cui potrebbe essere pronunciata la sentenza.

Lucia Agati