Belliti lascia il Pd: 'Posizioni inconciliabili'

L'ex vice sindaco della giunta Bertinelli ha formalizzato l'addio

Daniela Belliti

Daniela Belliti

Pistoia, 4 aprile 2022 - Un altro addio «pesante» nel Pd pistoiese. Con una lunga lettera indirizzata al segretario comunale Walter Tripi se ne va una delle socie fondatrici del circolo di Pistoia, Daniela Belliti, ex vice sindaco di Pistoia. Dopo settimane di riflessioni sulle scelte del partito a livello nazionale riguardo al conflitto in Ucraina, ma anche per le politiche regionali diverse dalla visione di Belliti, è arrivato lo strappo definitivo.

«E’ stata una decisione maturata negli ultimi giorni, dopo una lunga e dolorosa riflessione, ma necessaria e irreversibile a causa della posizione assunta e tenuta dal Pd sulla guerra in Ucraina – tuona nella missiva Belliti -. Prima il sostegno incondizionato all’invio delle armi alla resistenza ucraina, poi la tetragona convinzione che si debba rispettare l’impegno, assunto in sede Nato, di aumentare le spese militari fino al 2% del Pil, hanno evidenziato, nella forma e nella sostanza, una distanza incolmabile dai valori nei quali credo. Oggi, chi non è d'accordo è bollato come filoputiniano e viene deriso: i comodi terzismi, il pacifismo da salotto, il cinismo dell’equidistanza. Le argomentazioni a sostegno dell’invio delle armi e dell’aumento delle spese militari non sono più dettate dallo stato di necessità, ma da una convinzione positiva, e da un linguaggio e analisi orientati alla sola strategia militare, alla vittoria nella guerra (una guerra che – ricordiamolo - altri, non noi, combattono; anzi, sembra che noi combattiamo tramite quegli altri una guerra mai dichiarata). Mi sono sforzata di comprendere queste argomentazioni, ho letto attentamente soprattutto gli scritti di coloro che sento a me più vicini, e in ultimo la risposta di Enrico Letta a Michele Santoro. Ma non mi è stato possibile convincermi della giustezza di queste posizioni – prosegue -. Il paradigma dell’argomentare è opposto a quello della ricerca della pace, e anche i comportamenti conseguenti lo sono. Per esempio, l’invito ad allontanare dalle reti pubbliche e a censurare chi dissente. Posizioni di una gravità inaudite espresse da alcuni dirigenti, mai smentite dalla segreteria. Trovo queste posizioni in contrasto con le ragioni fondative del Partito Democratico».

Poi la stoccata anche alla direzione regionale ma anche al partito locale. «Questa distanza percepita è esplosa ora, con la guerra, ma si è andata a sommare alla distanza da un partito regionale che nega le istanze ecologiche, consente nuovo consumo di suolo e vuole indebolire i controlli ambientali in nome dello sviluppo, e da un partito locale, capace soltanto di autoriprodurre se stesso per partenogenesi e non invece di innovare idee e persone per un progetto di futuro». Infine il futuro di Belliti dopo l’addio al Pd: «Da ora in avanti mi impegnerò in piena libertà per riaffermare il valore, la cultura, la politica della pace, per un progetto davvero progressista».

Michela Monti