Le parole choc: "Mamma, non vado più a scuola. La maestra mi picchia nella pancia" / VIDEO

I racconti dei genitori dei piccoli della scuola dell'infanzia di Montale (Pistoia) dove avvenivano i maltrattamenti da parte di una maestra che è stata arrestata

Scuola dell’infanzia di via Vignolini (foto Acerboni/Castellani)

Scuola dell’infanzia di via Vignolini (foto Acerboni/Castellani)

Pistoia, 15 settembre 2018 - Sono racconti da brividi, pieni di dolore, quelli che abbiamo raccolto da due delle mamme che sono andate dai carabinieri di Montale per riferire quello che succedeva ai loro figli nella scuola dell’infanzia di via Vignolini. Francesca S. è stata la prima a rivolgersi ai carabinieri e ha dato supporto all’altra mamma che nel febbraio del 2018 ha presentato poi un formale esposto.

«E’ stata una grande sofferenza – dice una delle due mamme – a cui nella scuola si è assistito senza fare nulla, malgrado tutti sapessero. Mio figlio è stato aggregato a quella classe nel secondo anno, benché io avessi espresso la mia contrarietà. Nel corso dell’anno il bambino ha iniziato a dire che aveva paura e alle mie richieste su che cosa lo spaventasse mi parlava delle continue urla della maestra. Nel terzo anno la situazione è peggiorata, il bambino non voleva più stare fino alle 16, poi non voleva mangiare. Mi raccontava: la maestra mi prende e mi sbatte sulla sedia. Ha ricominciato a farsi la pipì addosso a cinque anni e mi diceva: se c’è quella maestra non voglio andare più a scuola. Qualche volta lo lasciavo a casa, qualche altra lo portavo a scuola, è stata una cosa tremenda».

Ancora più doloroso è il racconto della mamma che ha fatto l’esposto a febbraio: «Mio figlio è entrato alla materna venendo da un’esperienza molto positiva al nido comunale – racconta – appena invece è entrato nel primo anno della scuola dell’infanzia sono iniziati i problemi, la maestra mi chiamava a casa per dirmi di andarlo a prendere perché lanciava sedie e addirittura banchi. Quando tornava da scuola il bambino era molto nervoso e aveva atteggiamenti per lui anomali, come sbatacchiare le porte, essere agitato e provocatorio. Una volta tornò prima con un occhio pesto, poi con il naso pesto. Chiesi alla maestra e lei disse che era caduto. Poi venne con un taglio su una mano coperto col bianchetto. A un certo punto il bambino ha iniziato a parlare con me di quello che gli succedeva. Ha raccontato e ha mimato di come venisse strusciato contro il muro e di come la maestra gli desse i pugni nella pancia. Ha raccontato tutto anche alla psicologa che ha redatto un referto che ho consegnato ai carabinieri».

Mentre raccontano, le due mamme sono sedute l’una al fianco dell’altra, si sostengono a vicenda anche con lo sguardo, esprimono gratitudine ai carabinieri di Montale e hanno fiducia nell’operato della magistratura.