Verso i pascoli d’alta quota. Quando le tradizioni resistono

Le mucche all’alpeggio come ai tempi dei nonni

Valter Nesti, titolare dell’azienda agrituristica ‘I Taufi’

Valter Nesti, titolare dell’azienda agrituristica ‘I Taufi’

Pistoia, 16 giugno 2019 - Anche se con un po’ di ritardo, l’erba nuova ha cominciato a tingere di verde i pascoli d’alta quota. Per Daniela Pagliai e Valter Nesti, titolari dell’azienda agrituristica ‘I Taufi’, sulla montagna pistoiese, è arrivato il momento di trasferire le mucche all’alpeggio, come fanno ogni anno a fine primavera. I due coniugi, genitori di tre figlie di 3, 9 e 19 anni, continuano infatti a portare avanti la tradizione della transumanza, che era praticata già nelle loro famiglie, entrambe di allevatori. Così oggi, alle 14, partiranno a piedi dalla loro casa, situata a 1000 metri in località Serrettone (Melo di Cutigliano) e a cui sono annesse la stalla e il caseificio, per condurre le mucche fino ai Taufi, a 1300 metri, dove si trova l’altra parte della loro azienda. Una tradizione che si ripete ogni anno e che Valter e Daniela hanno deciso di aprire a tutti, fra i verdi pascoli e le belle cime che li sovrastano. Chi è interessato, dovrà solo prenotarsi al 3473581165.

"Io e mio marito ci siamo sposati nel 1994 e da allora abbiamo sempre fatto la transumanza dal Melo ai Taufi – racconta Daniela – Le nostre famiglie già la praticavano da generazioni: la mia con le pecore, i genitori di Valter con le mucche. In montagna, le mucche, nel periodo invernale, hanno bisogno di stare al chiuso. Fra maggio e i primi di giugno, quando l’erba rinasce, le portiamo invece all’alpeggio, dove possono pascolare libere, fin sopra i 1600 metri di quota".

Chi si unirà a Valter e Daniela camminerà assieme agli animali, su una strada trattorabile per circa 4 chilometri. "A salire in alpeggio impiegheremo circa 2 ore – prosegue Daniela – all’inizio, le mucche, prese dal ‘brio’ di essere all’aperto, fanno un po’ di marachelle. Poi, quando cominciano a trovare un po’ d’erba e a essere stanche per la salita, il passo si alleggerisce. Sposteremo in tutto una ventina di animali: quindici mucche cammineranno sciolte, mentre le altre, essendo vitelline nate lo scorso settembre, le porteremo in quota col furgoncino".

All’arrivo, i visitatori potranno degustare una merenda con prodotti dell’azienda: formaggi, latticini, dolci e gelato. "Rimaniamo in alpeggio almeno da giugno fino a metà dicembre – spiega ancora Daniela – cerchiamo di tenere le mucche più possibile all’aperto, perché giova alla loro salute. Per noi è un vero e proprio trasloco in quota, dove abbiamo un’altra casa e un’altra stalla: ci trasferiamo tutti, inclusi gatto, cani e galline. Riscendiamo al Melo solo per lavorare il latte al caseificio. Certo, il nostro è un lavoro duro: quando siamo in alpeggio ed è caldo, lasciamo le mucche fuori fino a notte, perché possano pascolare al fresco. Poi le rimettiamo e la mattina si riparte. E non ci sono domeniche e feste. Ci vuole passione, insomma. Ma è anche un lavoro che ci gratifica molto, a partire dai bellissimi posti in cui viviamo e per il fatto di non avere nessuno che ci dà ordini. Anche la nostra figlia più grande, diplomata lo scorso anno, ha cominciato a lavorare in azienda".