Ridotto in sedia a rotelle dai rapinatori, l'appello di Gangale in tv: "Lo Stato mi ha abbandonato, aiutatemi"

Ospite a "Quinta colonna", Gianni torna a chiedere aiuto per poter condurre una vita il più possibile normale, nonostante tutto sia cambiato dopo la brutale rapina di due anni fa / GIAN MICHELE: "ORA DEVO RIORGANIZZARE TUTTA LA MIA VITA" / RAPINA IN VILLA, SEDICENNE CONFESSA: "L'HO ACCOLTELLATO IO" / RAPINA IN VILLA-VIDEO / RAPINA IN VILLA-FOTO /

Gian Michele Gangale a Quinta colonna

Gian Michele Gangale a Quinta colonna

Pistoia, 6 maggio 2015 - "Così non riesco a fare niente. Non riesco a lavarmi, a vestirmi a mangiare. Non sono neppure capace di fare una carezza alla mia fidanzata, Lidiya...". Approda in tv, nel programma serale, "Quinta colonna" andato in onda lunedì sera, la storia di Gian Michele Gangale, il giovane quarratino la cui vita è cambiata per sempre in un maledetto 24 gennaio del 2013. All'alba di quel giorno una banda di balordi fece irruzione in casa alla ricerca di preziosi e denaro. Ad avere la peggio fu proprio Gian Michele che, sceso per controllare da dove provenissero quegli strani rumori, fu prima brutalmente picchiato, poi raggiunto da tre feroci coltellate. La diagnosi dei medici fu da subito impietosa: "Lesione midollare, rimarrai paralizzato". 

Dal giorno del suo rientro a casa, qualche mese più tardi dalla lunga degenza, Gianni combatte quotidianamente con quelli che per lui sono diventati vere e proprie imprese: vestirsi o lavarsi, ad esempio. Per lui serve un'assistenza 24 ore su 24. Una situazione che da subito è apparsa insostenibile, soprattutto a livello economico. Tanti gli appelli lanciati in questi due anni e grande il sostegno degli amici di sempre che per lui hanno dato vita anche ad una associazione. Ma l'aiuto non è mai abbastanza, ed ecco che Gianni ha deciso di andare in tv per lanciare un appello. "Lo Stato mi ha abbandonato, mi sento discriminato - dice lui -. Il Comune (di Agliana, ndr) mi dà un contributo per l'affitto di 250 euro, ma il canone è di 670. Non ho avuto nessun risarcimento, ho una pensione d'accompagnamento ridicola. Devo fare almeno una volta a settimana una seduta di fisioterapia. Ho provato a svagarmi, ho cominciato a giocare a hockey a Scandicci, ma anche queste sono spese: mi serve un autista, devo pagare il gasolio... Cosa posso fare, restare sempre prigioniero in casa?".

Un appello Gianni lo riserva anche per la sua compagna, Lidiya, che da quel giorno non l'ha mai abbandonato. "Cosa sarei io senza di lei - si chiede -? Eppure per lei, ucraina, non c'è possibilità di avere la cittadinanza italiana. Non può prendere la patente, non può avere un dottore. Se le succede qualcosa, succede qualcosa anche a me". Insieme a Gianni in trasmissione c'è anche Lidiya e il consigliere comunale di Agliana Maurizio Ciottoli che ha sottolineato la lotta per far riconoscere la violenza di reato. In studio anche la deputata Nunzia De Girolamo che si è detta disponibile a prendersi in carico il caso, sollevato all'attenzione di 'Quinta colonna' dalla politica Giorgia Meloni che nella sua visita di Pistoia volle parlare proprio con Gianni.