Agricoltore disperato: "Il mio raccolto rovinato da caprioli e cervi"

Massimo Pieragnoli, titolare di un'azienda agricola, è ha perso le speranze: da anni caprioli e cervi distruggono buona parte dell'uva che coltiva.

Massimo Pieragnoli

Massimo Pieragnoli

Pistoia, 20 agosto 2018 -  «Ormai è un appuntamento fisso prima della vendemmia. Quando l’uva è matura gli animali scendono a valle, sfondano le recinzioni e mangiano tutto quello che trovano». Vittima abituale di caprioli e cervi, Massimo Pieragnoli non si dà pace. Negli ultimi anni ha provato di tutto per evitare di vedere andare in fumo i frutti delle sue vigne ma ogni accortezza sembra essere inutile. Tanto quasi come le richieste di risarcimento puntualmente non soddisfatte. Già due anni fa aveva contattato il nostro giornale per lanciare un appello «ma – spiega – da allora non è cambiato niente, anzi forse è tutto peggiorato, soprattutto il dialogo con le istituzioni competenti, in un periodo di riorganizzazione degli uffici pubblici, in modo particolare dopo la scomparsa delle Province. Le organizzazioni di categoria – aggiunge – si trovano spesso a essere impotenti e, a meno di organizzare qualche manifestazione per cercare visibilità, non sembrano in grado di fare altro». 

Titolare della «Villa Paterno Azienda Agricola Taglioca», fra Pontenuovo e Serravalle, Pieragnoli possiede circa 6 ettari di terreno, sempre più spesso presi di mira da animali affamati.  «Quest’anno mi hanno danneggiato almeno un ettaro di coltivazioni, mangiandosi qualcosa come il 90% dell’uva già matura e pronta per la vendemmia. Nella speranza di proteggerci avevamo sistemato una recinzione alta un metro e settanta ma caprioli e cervi ci si lanciano contro a tutta velocità e riescono a sfondarla. Una volta dentro, ovviamente, ‘fanno pulito’ dei grappoli». La sua intenzione– precisa – non è quella di lamentarsi ma di sollevare un problema che interessa altri coltivatori. 

«Abbiamo fatto grossi investimenti sul rinnovo dei vigneti e oltre a eseguire recinzioni con forte dispendio di mezzi, manodopera e materiali, non sappiamo più come fronteggiare questa autentica invasione. A dire il vero per un breve periodo le strategie adottate dall’Atc 16, l’organo preposto al controllo di questi animali, sembravano funzionare, almeno nella mia zona. Ma con il tempo i fondi sono sempre meno e ciò si ripercuote su chi, come me, investe tempo e denaro».