L'aggressione al parco, «Siamo pronti a costituirci parte civile»

Parla uno dei titolari della ditta che gestisce l'area: «Le telecamere sono spente»

Matteo Cecchi

Matteo Cecchi

Pistoia, 21 luglio 2019 - Dopo il pestaggio di un diciottenne pistoiese avvenuto esattamente una settimana fa, i riflettori sono ora puntati sulla sicurezza del parco di Monteoliveto, da poco risorto a nuova vita, e importante risorsa verde per la città, e sulla necessità che i frequentatori ne possano godere senza essere aggrediti per uno sguardo. Abbiamo interpellato su questo Matteo Cecchi, uno dei titolari della Montuliveto, la società che ha dato vita al progetto di riqualificazione del parco, anche per sottrarlo ai malviventi, e comprendendo la riapertura del chiosco. Un progetto molto apprezzato dai cittadini.

Cecchi affronta il problema ad ampio raggio, ma focalizza un aspetto su tutti: le telecamere del circuito di videosorveglianza pubblico puntate sull’area di Monteoliveto non funzionano e la polizia, per le indagini, ha acquisito le immagini private.

«Vorremo fare in modo – ci ha spiegato – di permettere a tutti coloro che frequentano il bar e il parco di stare tranquilli. Per quanto ci riguarda ci siamo già attivati con un esposto che abbiamo presentato ai carabinieri, alla questura e al Comune di Pistoia. Questo dopo un episodio avvenuto qualche tempo fa con caratteristiche simili a quelle del 14 luglio e con le stesse persone. Ci stiamo attivando il più possibile anche se, ci tengo a sottolinearlo, l’aggressione al diciottenne non è avvenuta nella nostra area. Ma ci sentiamo in dovere di dare una mano a trovare una soluzione e anche a proporsi come parte civile in eventuali processi. Ma il nostro margine di intervento – sottolinea Matteo Cecchi – si ferma qui. Domenica scorsa io ero al lavoro e ho dato il ghiaccio a quel ragazzo e ho parlato con gli agenti della Volante che sono intervenuti e che passano spesso, devo riconoscerlo, praticamente tutti i giorni. E’ stato individuato un gruppetto che crea problemi».

Ma a Cecchi preme un aspetto particolare che è quello appunto delle telecamre: «La polizia – ci ha detto – ha preso le nostre immagini, perchè le telecamere del Comune sono spente. Il parco potrebbe essere potenzialmente tutto sorvegliato e invece le telecamere sono spente. Noi ci mettiamo tutto il nostro impegno, ma di più non possiamo fare».