Addio Bellugi, giocò nella Pistoiese "mitica"

Arrivò nella stagione 198081. È morto per i postumi di un’infezione, a dicembre il Covid gli aveva portato via entrambe le gambe

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Anche Pistoia piange la morte di Mauro Bellugi, lo stopper di una Pistoiese divenuta mitica nel nostro Paese pur retrocedendo: quella della serie A, stagione sportiva 198081. Il tifo silenzioso ma sentito della città, dei tifosi dell’Olandesina in particolare, non l’ha aiutato nella sua battaglia per tornare alla vita dopo l’amputazione delle gambe, conseguenza delle complicazioni del Covid. Il 71enne ex calciatore, apprezzato opinionista sportivo, non ce l’ha fatta a battere un’infezione: lascia la moglie Lory e la figlia Giada. Un altro colpo al cuore anche per la Pistoiese e i suoi sostenitori, già rimasti scossi nell’apprendere, prima dello scorso Natale, della perdita degli arti inferiori. Una bruttissima notizia nell’annata del centenario della società. Non si poteva non voler bene a Bellugi, uomo giusto e schietto, dotato di spiccata forza d’animo e naturale simpatia. Alberto Bigagli, storico speaker dello stadio Marcello Melani di Pistoia nonché scrittore di storia e storie locali, autore di "Passione arancione" si mostrò profondamente colpito a dicembre 2020. Oggi, commosso, si dice dispiaciuto. "Da tifoso arancione e nerazzurro sono sempre stato un ammiratore dello sportivo Bellugi. Un eccellente calciatore, uno di sostanza, robusto, solido, bravo e leale, che non amava mettersi in mostra in campo e fuori. Lo rammento come elemento prezioso, in grado di dare il proprio apporto, ma a differenza di certi popolari difensori odierni per niente sbruffone, poco propenso alla platealità, alla gestualità. Ecco, mi sorprese quando iniziò la carriera di commentatore sportivo, perché non l’avrei fatto appariscente, alla ricerca di visibilità. È necessario riconoscergli, però, che anche in televisione non ha mai alzato la voce, è sempre stato corretto e misurato, preciso e puntuale. All’Internazionale dette sempre il suo valido contributo, alla Pistoiese giunse invece alla fine della sua ottima trafila".

"Bellugi arrivò a Pistoia nell’anno della serie A: stopper, fece coppia con il libero Marcello Lippi, poi divenuto tecnico della stessa Pistoiese e infine addirittura campione del Mondo con l’Italia nel 2006 – lo ricorda l’allenatore, ex calciatore e dirigente, Ferdinando Bernardini –. Era uno dei grandi nomi che in quegli anni vestirono l’arancione: il suo era legato alla Grande Inter così come Frustalupi, al Milan invece Rognoni. Era a fine carriera, non fece sfracelli, non si mise in mostra più di tanto, però fu un professionista serio, esemplare, voluto dal mitico Mondino Fabbri. Dispiace che sia stato colpito dal Covid-19, un’autentica tragedia umana. Tra gli sportivi è sempre stato benvoluto per la sua professionalità, perché dette il suo apporto di notevole serietà allo spogliatoio". Il presidente dell’Unione Sportiva Pistoiese 1921, Orazio Ferrari, rendendosi partecipe della Pistoiese tutta, compresa la sua tifoseria, ha espresso vicinanza e cordoglio alla famiglia del campione scomparso. Bellugi giocò solo 20 partite con la maglia arancione: nessuno, però, l’ha dimenticato e lo dimenticherà.

Gianluca Barni