Pistoia, 4 aprile 2014 -Ha commosso e emozionato moltissime persone la vicenda di Stefano Barli e di sua moglie Catiuscia. I loro bambini di due e sei anni da mercoledì sono stati portati in una struttura protetta, gestita da suore, a Firenze, su disposizione del Tribunale dei minori di Firenze. Il provvedimento, lo ricordiamo, è stato preso dai giudici di Firenze sulla base delle relazioni che i servizi sociali di Pistoia, a cui i due minori erano da tempo affidati, hanno fornito.

La famiglia, infatti, è in uno stato di grave difficoltà economica, i genitori sono disoccupati e fino a qualche tempo fa vivevano con la pensione della nonna, che ora è morta. Per questo motivo, i giudici hanno ritenuto necessario l’allontanamento dei piccoli, perché si verifichi, in questo periodo di tempo, se sussiste «lo stato di abbandono morale e materiale» dei piccoli.

Dopo il toccante racconto fatto dai genitori dei bambini sulle pagine del nostro giornale, sono stati in tanti a contattare il legale della famiglia, l’avvocato Paola Citi del foro di Pistoia, offrendo, grazie al suo tramite, un aiuto materiale per la famiglia. Non solo. C’è anche chi ha offerto un lavoro per il babbo Stefano, forse il più prezioso degli aiuti, utile a ricostituire quella stabilità di cui la famiglia è in cerca da tempo. «Si è fatta avanti anche un’associazione da Milano — racconta l’avvocato Paola Citi —. Da parte nostra noi produrremo tutti documenti utili per dimostrare che, nonostante le difficoltà economiche, la famiglia ha assicurato un ambiente amorevole per i bambini. Il più grande è bene inserito a scuola, come dimostrano i suoi voti, tutti molto alti». Intanto cresce, giorno dopo giorno, l’apprensione di questi genitori. «Mi hanno chiamato — racconta la mamma Catiuscia — per chiedermi quale sia il piatto preferito di mio figlio più grande. A lui piace di tutto, ma evidentemente non sta più mangiando, lo fa sempre quando sta male».

Martina Vacca