Pistoia, 3 aprile 2014 -«Ci hanno portato via i bambini. Sono andati a prenderli mentre erano a scuola, il più piccolo all’asilo, l’altro alle elementari. Chissà che trauma, poverini, portati via così, senza vedere il babbo e la mamma».

Piangono Stefano Barli, 56 anni, e la moglie Catiuscia Grossi, 36. Da ieri mattina i loro due bambini, di 2 e 6 anni, non vivono più con loro. Su disposizione del Tribunale dei minori di Firenze sono stati affidati, temporaneamente, ad una struttura gestita da suore a Firenze: i genitori, che sono assistiti dall’avvocato Paola Citi del foro di Pistoia, potranno vedere i piccoli periodicamente, secondo una cadenza che sarà stabilita nei prossimi giorni.

Il provvedimento, che parla della necessità di «verificare se sussista lo stato di abbandono materiale e morale» dei minori, è stato preso a seguito delle relazioni che i servizi sociali di Pistoia hanno consegnato sulle condizioni della famiglia Barli. Della loro situazione di disagio La Nazione aveva raccontato molte volte, ospitando sulle pagine di cronaca i ripetuti appelli di Stefano Barli, disoccupato, inquilino di una della case della Spes (Società di edilizia sociale), che chiedeva aiuto al Comune per avere una riduzione sull’affitto dell’appartamento assegnatogli in conseguenza dello stato di indigenza in cui era caduto.

«Io sono disoccupato — racconta Stefano — come mia moglie. Ma mi arrangio a fare lavoretti saltuari e alla mia famiglia da mangiare non è mai mancato. Vivo per i miei figli, li abbiamo voluti e amati fin dal primo giorno e non abbiamo mai fatto mancare loro l’essenziale: un piatto caldo e il nostro amore. Oggi, a me e a mia moglie, hanno tolto il bene più grande: non ha senso la nostra vita senza i nostri bambini e non è giusto che loro vivano lontano da noi».


«Penso alla paura che i miei figli hanno provato questa mattina (ieri per chi legge)— racconta la mamma Catiuscia — Non hanno mai passato un giorno senza di noi. In un colpo hanno perso tutti i punti di riferimento, noi, ma anche la scuola, i loro amici. La notte prima il più grande non riusciva a dormire, come se avvertisse un timore. Ci ha chiesto di stare con noi e mio marito si è addormentato abbracciato a lui».


«E’ una situazione molto delicata — spiega l’avvocato Paola Citi — che stiamo seguendo con estrema attenzione. In ogni caso, è già stato stabilito che i genitori vedano, con frequenza settimanale, i bambini. Le carenze che i servizi sociali, nelle loro relazioni, hanno evidenziato sono legate allo stato di indigenza della famiglia, che si è venuto a creare in conseguenza della morte della nonna, la quale, con la sua pensione, rappresentava un sostentamento importante per la famiglia. Qui, è bene chiarirlo, non siamo davanti a un caso di maltrattamenti.

I bambini, comunque, erano già seguiti dai servizi sociali di Pistoia, pur stando in famiglia. Presenteremo ricorso contro il provvedimento del Tribunale dei minori. La prima udienza è stata fissata per il 23 maggio. Fino ad allora i genitori potranno vedere i minori periodicamente».
«La mia unica consolazione — dice la mamma Katiuscia — è che stanno insieme, così si faranno forza a vicenda, per quanto possono: ma sono così piccoli».

Martina Vacca