Pistoia, 15 luglio 2013 - Il sangue per lei non ha segreti. Lo studia, e lo cura, da tutta la vita, portando alto, altissimo, il nome della sanità italiana, e pistoiese in particolare, con la partecipazione (e spesso è l’unica donna italiana), ai congressi più prestigiosi. La dottoressa Giovanna D’Alessandri, grazie alla sua lunghissima esperienza e ai suoi studi approfonditi, è coautrice delle linee guida, riconosciute a livello internazionale, in un settore che non sale spesso ai clamori della cronaca ma che, sommessamente, salva la vita, e le funzionalità, a moltissime persone. E’ l’aferesi terapeutica, quel procedimento di «lavaggio» del sangue che consente, con un trattamento di circolazione extracorporea grazie a particolari macchine, di portar via dal sangue le sostanze nocive.

 

Questo permette il trattamento di malattie non trattabili con i farmaci e con uno spettro assai ampio di intervento: dall’intossicazione da funghi alla sordità improvvisa ma, soprattutto delle ipercolesterolemie gravi e, ovviamente, di molte malattie ematologiche, neurologiche e nefrologiche. Giovanna D’Alessandri, ematologa ed immunologa, con due master alle Molinette (Torino) e a La Sapienza di Roma, fa tutto questo come referente dell’aferesi terapeutica dell’ospedale del Ceppo. Le procedure per i pazienti in trattamento, sono passate, negli ultimi anni anni, da cinquanta a oltre cinquecento l’anno.

 

I risultati del suo lavoro sono tenuti in alta considerazione dal Centro Trombosi di Firenze che le invia pazienti (Pistoia potrebbe addirittura diventare l’eccellenza e il riferimento regionale), e un ricercatore pistoiese, Gabriele Cioni, è rientrato in questi giorni dall’Olanda, dove, ad Amsterdam, insieme alla direttrice del centro fiorentino, Rosanna Abbate, ha illustrato uno studio realizzato su otto pazienti pistoiesi in trattamento Ldl-aferesi, dal quale emerge una migliore qualità e aspettativa di vita.

 

Uno studio al quale l’ematologa pistoiese ha contribuito fattivamente. Reduce dal congresso internazionale interdisciplinare di Genova sui risultati della ricerca nell’aferesi e nell’aterosclerosi, ha parlato dell’esperienza clinica in Toscana, dove l’attività di Pistoia spicca insieme al Cnr di Pisa. I medici italiani erano tre, uno era lei, insieme a specialisti arrivati da tutto il mondo. Giovanna D’Alessandri è consigliere regionale della Società italiana di emaferesi e manipolazione cellulare, nonchè coordinatrice di diversi gruppi nazionali di studio. A ogni convegno le viene riservata l’accoglienza dovuta a ogni personalità di prestigio e che, soprattutto, ha fatto del suo lavoro una missione carica di umanità e di comprensione, come testimoniano le innumerevoli attestazioni di gratitudine dei suoi pazienti anche attraverso il nostro giornale.

 

In ultimo, ha ideato, con i medici Alessandro Capitanini e Giorgio Maffucci, una nuova tecnica mista di aferesi e dialisi che è stata presentata all’ultimo congresso nazionale della Società di nefrologia. E’ applicabile in molte malattie e avrebbe il vantaggio di ridurre il numero di accessi in ospedale, i tempi di trattamento e il numero delle procedure extracorporee, di ottimizzare il lavoro ma, soprattutto, di dare una migliore qualità della vita ai pazienti.

 

La lezione per il prossimo congresso, a Padova, è già pronta. Illustrerà tutti i possibili procedimenti di aferesi fra cui la selettiva, tra le quali la più nota e la più impiegata è l’Ldl-aferesi che, tramite la rimozione di colesterolo Ldl, fibrinogeno e altre molecole, è in grado non soltanto di ridurre eventi cardiaci, ma anche di diminuire la mortalità cardiovascolare. La lezione si concluderà con un riferimento alle criticità correlate, ovvero ai requisiti strutturali (locali e spazi adeguati per il trattamento) le risorse umane (medici e infermieri formati) e i materiali necessari, ma anche l’organizzazione e i costi. Le società scientifiche (Sidem e Sin), si apprende, si stanno impegnando per un tariffario unico a fronte di regioni in cui non è previsto alcun rimborso.
 

lucia agati