Pistoia, 18 maggio 2013 - Se si dovesse «dirlo con un fiore» qui si faticherebbe a scegliere quello giusto. Ci si potrebbe perdere tra le decine e decine di cespugli, quasi storditi da quei profumi emanati dalle centinaia di specie che qui da Rose Barni si coltivano ormai da più di cento anni. Unici in Italia attivi nel settore della ricerca, l’azienda, che apre le porte al pubblico oggi e domani (dalle 8.30 alle 19), vanta una tradizione familiare e un portafoglio clienti sempre più in espansione.

 

Dieci i dipendenti solo a Pistoia nell’azienda di oltre sette ettari, dove lavorano anche i titolari Enrico, Pietro, Vittorio e Beatrice, il doppio o quasi invece attivi nel vivaio di Roselle Terme, nella Maremma toscana, dove si sviluppano gli oltre quaranta ettari dedicati esclusivamente alla produzione. Un mercato principalmente italiano (per l’80%), con parentesi europee in Spagna, bassa Germania, Svizzera e Francia, con una leadership però indiscussa: è qui a Pistoia che Beatrice, della quinta generazione Barni, coordina tutte quelle operazioni che portano alla messa a punto di un nuovo ibrido.

 

«Dai sette ai dieci anni — spiega lei —, questo il tempo richiesto per arrivare a una nuova specie. Poi, se a conclusione del percorso si ritiene buona la rosa, la si sottopone ai concorsi di routine, a Roma e a Monza. Lì può cominciare una nuova storia: da semplice sigla la rosa diventa inedita e poi battezzata,
con registrazione del nome alla Camera di commercio».

 

Barbra Streisand, Marina Marini, Marilyn Monroe, Valentino, Wanda Ferragamo, Donna Marella Agnelli, Rosita Missoni: il legame con la moda, l’eleganza, la classe e l’arte per una nuova rosa è imprescindibile, per questo spesso un nuovo fiore può portare il nome di personaggi scelti secondo questi criteri, che sia per amicizia o gratitudine. Ma sono soprattutto l’amicizia e la stima tra la famiglia Barni e i personaggi scelti i motivi del battesimo eccellente.

 

«Ricordo le cento rose inviate a Rita Levi Montalcini — racconta Barbara — in occasione del suo centesimo compleanno, quelle stesse rose che poi lei ha piantato nel suo giardino, teatro di una
delle sue scoperte scientifiche. Oppure l’ancor più recente omaggio alla famiglia Missoni, alla quale da sempre ci lega un grande affetto, in occasione dei sessant’anni di matrimonio tra Rosita e Ottavio. Un ricordo ancor più significativo vista la recente scomparsa di Ottavio».

 

Forte il legame anche con la famiglia Fendi che ha richiesto proprio recentemente che tra le intitolazioni delle rose ne figurasse una speciale che portasse il nome dell’attrice Mariangela Melato, scomparsa nel gennaio scorso. Non manca anche la rosa «rosso Valentino» e neppure «Suni», quella alla memoria di Susanna Agnelli, che è valsa a Barni il premio Rosa d’oro di Ginevra nel 1993, anche se il medagliere Barni di successi, attestati e riconoscimenti ne vanta assai di più. «E’ difficile fare una classifica della rosa più venduta — conclude Beatrice —, anche se la Tea, quella classica, resta la più apprezzata. Ciononostante la ricerca qui da noi non si ferma ed è sempre il giorno giusto per trovare una specie nuova».

 

linda meoni