2008-04-10
di MAURIZIO INNOCENTI
SIAMO al rush finale. Mancano tre partite alla fine del campionato., tre gare che stabiliranno in quale posizione la Carmatic partirà nella griglia dei playoff. La classifica, almeno per quanto riguarda la parte alta, si è accorciata. Dalla terza posizione all'ottava ci sono sei squadre racchiuse nel giro di quattro punti (Soresina, Sassari e Reggio Emilia a 34, Pistoia e Casale a 32, Jesi a 30). Se contiamo che Caserta si trova al secondo posto con 36 punti, si capisce bene come tutto possa ancora accadere. La Carmatic, quindi, in queste ultime tre partite si gioca anche il terzo posto. «Ad essere sinceri — afferma Maurizio Lasi — è un'ipotesi a cui non pensiamo. Siamo più che altro concentrati su quella che sarà la prossima partita, che già porta con sé non pochi pensieri visto l'avversario che andremo ad affrontare. Il vero risultato che ha raggiunto questa squadra è quello non solo di essere entrata nei playoff ma di esserci sempre stata dentro».

SARÀ tutto vero? Pistoia realmente non guarda la classifica e non fa un pensierino al terzo posto finale? Non è che, forse, Lasi sia un tantino scaramantico? «Guardiamo anche agli altri — dice sorridendo — ma non ci pensiamo. In questo momento è meglio essere concentrati su una partita alla volta dato che Jesi, Pavia e Sassari sono tre squadre toste da affrontare. Fare calcoli non mi sembra proprio il caso». Una cosa, però, è certa: Pistoia disputerà i playoff. E allora, almeno su questo Maurizio Lasi potrebbe anche sbilanciarsi. Il condizionale è d'obbligo, conoscendo il tecnico biancorosso. «I playoff sono un campionato a parte — dice — e se non sono proprio come quelli che abbiamo disputato lo scorso anno, poco ci manca. Tutto dipende in quale condizione fisica e mentale ci si arriva. Parliamo di partite dove non ci sono risultati scontati, dove si gioca ogni due o tre giorni e dove il fattore campo conta, ma fino ad un certo punto. Giocare due gare consecutive in casa non è facile, soprattutto per quanto riguarda la gestione della pressione. Sai che se ne perdi una devi andare per forza a vincere in trasferta e di conseguenza il peso della gara e le responsabilità aumentano. Non è che non mi voglia sbilanciare, solo che è impossibile fare previsioni o calcoli per stabilire quale possa essere la migliore posizione da cui partire. Negli ultimi anni le squadre che hanno fatto meglio non sono mai partite dalle primissime posizioni, così come non sempre quelle favorite alla fine hanno vinto. Pensiamo ad arrivarci al meglio della condizione, poi quello che sarà lo vedremo sul campo».