Verso Pisa-Pordenone: ti ricordi di quando Berggreen segnò in Curva Nord?

Il 22 maggio 2016 i nerazzurri asfaltarono i friulani nell’andata della semifinale playoff di Serie C. L’Arena Garibaldi dette spettacolo con una coreografia mozzafiato

La formazione che sconfisse 3-0 il Pordenone nel 2016

La formazione che sconfisse 3-0 il Pordenone nel 2016

Pisa, 22 ottobre 2021 – Pensi al Pordenone e immediatamente nella mente scattano i flash e le istantanee di un assolato pomeriggio di fine maggio di cinque anni fa, quando all’Arena Garibaldi ci si giocava l’accesso alla finalissima playoff di Serie C. Era il Pisa guidato da Gennaro Gattuso, arrivato tra lo scetticismo generale nell’agosto precedente e capace, con entusiasmo, rigore e capacità, di creare un blocco solido composto da squadra e pubblico in grado di affrontare qualsiasi avversità. Quel Pisa aveva chiuso il campionato al secondo posto alle spalle della Spal, e dopo aver superato nel quarto di finale la Maceratese si ritrovò di fronte il Pordenone: alla seconda esperienza tra i professionisti, reduci dal ripescaggio dalla Serie D, i Ramarri erano stati protagonisti di un torneo esaltante nel Girone A, chiuso al secondo posto dietro al Cittadella. La semifinale mise di fronte le due compagini e la gara di andata si disputò il 22 maggio 2016 sotto la Torre. L’Arena Garibaldi, come sempre in queste occasioni, rispose con un colpo d’occhio da categorie superiori e la Curva Nord sfoderò il primo asso nella manica di quegli spareggi. Prima migliaia di cartoncini disegnarono la bandiera nerazzurra sui gradoni della curva, poi dai due lati estremi salirono due stendardi: il primo, quello vicino alla Tribuna, raffigurava la leggenda Klaus Berggreen con l’iconica maglia numero 7 strappata; il secondo dal lato della Gradinata invece rappresentava la porta difesa da un portiere. Altro cambio di scena: i cartoncini ruotano a formare un prato verde sul quale spunta un pallone in formato maxi. Klaus col suo destro calcia verso la porta: il pallone percorre tutto il prato disegnato dalla Curva Nord e finisce per insaccarsi all’incrocio dei pali, scaturendo il boato dell’intero stadio. Un’esultanza, legata a uno dei miti dello Sporting Club dell’epopea Anconetani, benaugurante: lo stesso boato venne riprodotto altre tre volte in quel pomeriggio, che consacrò definitivamente Nacho Varela. L’uruguagio con una tripletta irresistibile mandò al tappeto il Pordenone, spalancando di fatto le porte della finalissima contro il Foggia con una gara d’anticipo.