Troppe occasioni, poche parate: i numeri della crisi

I risultati nel calcio, si sa, influenzano sensazioni e giudizi. Accade in positivo, quando ad esempio una formazione produce poco e riesce a ottenere il massimo in termini di punti: in questi casi l’elogio del cinismo è uno dei commenti che accomuna la maggior parte degli osservatori. Accade anche in negativo, come nel caso della partenza del Pisa, protagonista di quattro sconfitte e un pareggio nelle prime cinque gare di campionato: ciò che non funziona offusca del tutto gli spunti positivi lasciati in eredità dalle partite. La classifica e i "crudi" numeri indicano che lo Sporting Club è la peggior formazione della cadetteria: nessuno ha fatto peggio in termini di risultati e di reti subite (sono già 10: soltanto Ternana e SudTirol, a quota 9, avvicinano questo record negativo dei nerazzurri).

Scendendo più nel dettaglio delle statistiche accumulate dagli uomini di Maran nei primi 450’ della stagione, è possibile comprendere meglio una parte delle origini dei problemi della squadra. In media, fino a oggi, le formazioni cadette hanno concesso poco più di 4 tiri nello specchio della propria porta: il Pisa si posiziona molto al di sopra con 5 conclusioni. Questo dato, unito alla percentuale delle parate di Nicolas – che è del 60% rispetto al 71,2% delle avversarie – ci pone di fronte al nodo principale da sciogliere: i nerazzurri difendono male la porta, concedendo opportunità molto semplici da capitalizzare agli avversari. Le reti incassate contro Como, Genoa e Reggina sono un saggio di questa difficoltà: è sufficiente un lancio a scavalcare la linea difensiva per far capitolare la resistenza nerazzurra. Ribaltando la prospettiva emerge un altro aspetto sul quale il Pisa può lavorare per migliorare: la pericolosità nella metà campo avversaria. I nerazzurri di fronte a formazioni racchiuse in trenta metri hanno faticato: le gare contro SudTirol e Reggina ne sono un chiaro esempio. Ne deriva un tasso di pericolosità poco soddisfacente: la precisione delle conclusioni nerazzurre è del 29,4% rispetto alla media che si attesta sul 34,1%. Una chiave di lettura di questo dato può essere la difficoltà nello smarcamento degli elementi più pericolosi: soltanto Olimpiu Morutan e Beppe Sibilli tentano il tiro con frequenza (2,68 volte a partita il primo; 1,93 il secondo), degli altri attaccanti per il momento non c’è traccia.

M.A.