SALE LA VOCE DEI TIFOSI. "Ormai è un carrozzone. E noi siamo l’ultima ruota»

In un lungo comunicato della Curva Nord, l’analisi dei ritardi contro la Salernitana. I gruppi organizzati hanno lasciato lo stadio: ’Ignorati, il rispetto conta più di tutto’.

"Ormai è un carrozzone. E noi siamo l’ultima ruota"

Una foto dei tifosi pisani nella passata stagione

"Siamo l’ultima ruota del carro, anzi del carrozzone". Gli strascichi delle due ore e mezza di ritardo di Salernitana-Pisa si sono prolungati fino a metà settimana. I gruppi organizzati della Curva Nord infatti avevano lasciato lo stadio a pochi minuti dal fischio di inizio e hanno spiegato le loro ragioni in un lungo comunicato: "La mancanza di rispetto, non solo nei nostri confronti - scrivono i supporter -, è stata il solo ed unico motivo per cui abbiamo deciso di abbandonare lo stadio Arechi. Che questo rispetto verso il tifoso, soprattutto verso chi segue la propria squadra dagli spalti, non ci sia quasi più, è sotto l’occhio di tutti. Giorni e orari improponibili, prezzi dei biglietti sempre più alti ed è solo per fare qualche esempio".

Una presa di posizione dura. Cosa aveva determinato il ritardo a Salerno? Si era verificato un guasto al var e inizialmente la gara è stata rimandata di mezz’ora con una comunicazione intermedia che stabiliva l’inizio del match, risolto o meno il problema, alle 15.45. Le due società però si sono opposte nel giocare senza l’ausilio della tecnologia, così la partita è stata rinviata ancora, per evitare comprensibili eventuali ricorsi da parte delle società, che sarebbero stati inevitabili. Intanto dagli spalti i tifosi pisani cantavano il coro "a mezzanotte, usciamo a mezzanotte", prima di decidere di lasciare gli spalti. I gruppi nel comunicato hanno fatto notare come nessuno si fosse sincerato delle problematiche del pubblico, costretto a dover attendere ore nonostante i sacrifici fatti per essere in trasferta e dover tornare al lavoro l’indomani. "Nessuno - rimarca la Curva Nord - si è preoccupato che qualcuno potesse avere delle difficoltà per rientrare a Pisa con lo slittamento dell’orario di 2 ore e mezzo. Nessuno si è avvicinato a noi dandoci una spiegazione, anche solo per chiedere "tutto bene???". Eppure, eravamo lì, a due passi. Gente in viaggio dalla mattina, di varia età ed estrazione, come sempre, a pochi metri da chi gestiva o sapeva le cose". Una comunicazione fredda e distante, secondo i supporter: "Ci siamo sentiti burattini, un elemento di contorno - ammette la Curva Nord -. Una cornice di un quadro che dimentichi quando esamini il "contenuto"". Così, senza specificare esattamente il target, ma rivolgendosi a tutti, quindi alle società e ai vertici dell’organizzazione, i tifosi concludono il loro pensiero: "Sia il singolo ultras che qualsiasi altro spettatore pagante è, in primis, una persona - conclude la Curva -. In grado di avere una propria idea e magari di fare una scelta. Un essere pensante. Siamo stati lasciati lì come bambini a un compleanno mentre i genitori parlano tra grandi e decidono a che ora si mangia la torta. Siamo diventati l’ultimissima ruota del carro. Anzi, del carrozzone. Abbiamo voluto semplicemente ricordare che dal carrozzone si può anche scendere. Il rispetto per noi conta più di una partita o di un risultato".

Michele Bufalino

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