RITORNO AL FUTURO

Il Pisa nella "sua" Trieste per coltivare sogni di gloria

di Saverio Bargagna

"Grande Giove!", esclamerebbe Doc, ovvero Emmett Brown indimenticabile cervellone del film "Ritorno al futuro". E il ‘grande’ starebbe per questa estate nerazzurra e Giove (forse) per l’immenso sistema solare di passioni e sogni che gira intorno al Pisa. La squadra di D’Angelo ha il piede ben piantato sull’acceleratore come su quella DeLorean che, una volta raggiunte le 88 miglia all’ora, trasporta avanti o indietro nel tempo. "Ritorno al futuro" per un ritorno a Trieste. Già, questa strana clessidra ci conduce – con la mente e con il cuore – proprio laddove tutto ha avuto inizio. L’avversario stavolta è il Pordenone, ma lo stadio è quello della grande impresa dell’anno scorso. Nel calcio i simboli rappresentano molto: perché, a ben vedere, ogni cosa altrimenti si limiterebbe ai 90 minuti di campo. E invece non è così: c’è la poesia, l’attesa, il giudizio, i buoni, i cattivi e i simboli, appunto. E Trieste è sinonimo di impresa e di sogno che stavolta chiamiamo "Playoff per la serie A". Spareggi che nessuno chiede alla squadra, ma che tutti sperano legittimamente di raggiungere alla luce di un rendimento sempre più alto e di una condizioni in crescita.

D’Angelo che conosce l’animo umano non sottovaluta l’impatto emotivo del match: "Tornare a Trieste? Ci impone di fare una grande partita, sotto tutti i punti di vista. il presente è più importante del passato e dobbiamo concentrarci su questo, ma non mancherà un pensiero a quel che è stato". Eppure la saggezza impone autocontrollo: "E’ necessario – spiega – avere degli obiettivi e cercare di perseguirli con il massimo impegno. Allo stesso tempo dobbiamo rimanere con i piedi ben piantati nella realtà. Abbiamo bisogno di fare punti in ogni partita se vogliamo ottenere traguardi rilevanti". Partendo da questa notte: "Sfida che dice molto, ma ci aspettano altre cinque partite ugualmente importanti". E aggiunge: "Siamo sotto i riflettori? Non sento mai i ragazzi parlare di questioni extracampo. Non ci facciamo condizionare dai troppi elogi ricevuti".

E allora testa al Pordenone: "Una buonissima squadra – analizza D’Angelo –, hanno ottimi giocatori e giocano da parecchio tempo insieme, sarà una gara bella da vedere". "Il Pordenone – continua la disamina – gioca di solito con un 4-3-1-2 ed è una squadra attrezzata, come specifica la classifica. Da parte nostra ci vorrà un’interpretazione della gara molto intelligente, sotto molti punti di vista: sia tecnico che tattico". Quali scelte? Resta la pretattica: "Che scelgo in base alle caratteristiche e la forma dei miei giocatori. Guardiamo anche l’avversario, ma non ci mettiamo mai a specchio con gli altri. Noi giochiamo sempre con il 3-5-2 o il 4-3-1-2". Poi sulla cinque sostituzioni che, spesso, hanno cambiato il volto alla squadra a partita in corso: "Le società pagano tanti giocatori e schierarne il più possibile è positivo, sia economicamente sia dal punto di vista tecnico. E’ più divertente anche per il pubblico". Che chiede di divertirsi ancora.