Rigore parato, Nicolas gran rientro Ma la difesa stavolta non convince

Beruatto rischia il cartellino rosso per una ingenuità. Buono il debutto di Moreo e anche Tramoni piace

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NICOLAS 7. Al rientro dopo quasi tre mesi dall’ultima sfida (Pisa-Modena del 23 ottobre). Non può niente sui due gol lariani. Si esalta ipnotizzando Cerri dal dischetto, propiziando la rimonta dei compagni.

CALABRESI 5,5. Poca precisione quando si tratta di spingere e accompagnare la manovra, troppo affanno quando deve chiudere le falle sulla sua corsia di pertinenza. (Esteves 6,5. Non c’è un pallone che l’esterno lusitano giochi con la testa bassa. Non è un caso che con il suo ingresso in campo migliori anche la qualità del palleggio). HERMANNSSON 5,5. Fa una fatica bestiale a leggere correttamente i tantissimi palloni alti che il Como recapita dalle sue parti. Inspiegabile la gestione della punizione a favore al 94’, con un lancio lungo nel vuoto che dà il via all’azione del 2-2.

CANESTRELLI 5,5. In tandem con Marin combina la frittata del rigore. Prima interviene goffamente su un cross all’apparenza semplice alzando un campanile nei propri sedici metri, poi si fa spostare ingenuamente dal fisico di Cerri.

TOURÈ 5,5. Tantissima corsa ma poca sostanza, fatica a trovare i tempi giusti per rendere pericolosa la catena di destra.

MASTINU 5,5. Il Como gira quasi sempre al largo dalla zona centrale e così la sua pressione spesso finisce per mandarlo fuori giri. Ha il merito di spingere in area il cross teso sul quale Ghidotti "apparecchia" la tavola per il gol di Tramoni. (Ionita 6. Riesce a ridare forza alla mediana col suo ingresso in campo. Stravince il duello aereo con Bellemo e recapita l’assist a Masucci per il momentaneo 1-2).

MARIN 5,5. Da regista la sua partita è quasi esclusivamente di sofferenza. Più di Canestrelli, è il suo piede portato verso la spalla di Cerri che spinge l’arbitro Maggioni a fischiare il calcio di rigore. Meglio nella ripresa.

TRAMONI 7. Finalmente mostra con continuità tutte le qualità ammirate lo scorso anno con la casacca del Brescia. Rapace in occasione del tap-in dell’1-1, sempre nel vivo della manovra offensiva.

MORUTAN 7. A volte si intestardisce nell’uno contro uno, ma lo fa perché sa di avere una qualità di gran lunga superiore a tutti gli avversari. Persino un certo Cesc Fabregas è costretto alle maniere forti per fermarlo.

GLIOZZI 5,5. Tanto lavoro sporco per aprire i varchi a trequartisti e centrocampisti, ma quando ha sul destro un buon pallone per punire la sua ex squadra, spara a salve tra le braccia di Ghidotti. (Moreo 6. Debutto in nerazzurro con una mezz’ora abbondante in cui lascia intravedere le abilità da centroboa e quelle da "uomo di fatica", con un ripiegamento difensivo prezioso per far risalire il campo alla squadra).

D’ANGELO 6: La media tra la consueta prestazione scintillante in fase offensiva e gli inaspettati passi indietro in difesa. Dalla cintola in su i nerazzurri danno sempre l’impressione di poter colpire. Al "Sinigaglia" però si rivedono i difetti evidenziati quando ancora non sedeva sulla panchina: troppe incertezze sui palloni alti scagliati verso il cuore dell’area di rigore e linea schiacciata nei minuti finali.

M.A.