Quanti patatrac arrivati sul finale Primo comandamento: la serenità

Il punto di Como ha lasciato in eredità anche spunti di riflessione sui quali lavorare fin da oggi, per limare difetti e dettagli negativi che potrebbero marcare una differenza – stavolta positiva – nella trasferta del "Ferraris". Partiamo dalla fine per analizzare l’episodio che ha portato al 2-2 di Da Riva: i nerazzurri hanno potuto beneficiare di una punizione a favore che Hermannsson ha calciato verso la metà campo comasca quando il cronometro segnava 94’:17’’. Un’inezia separava il Pisa dal successo, ma in quei quaranta secondi Nagy e compagni hanno accumulato una serie di errori fatali. Proprio il magiaro, bravo a calamitare la respinta della difesa lombarda, avrebbe potuto controllare la sfera oppure ribatterla verso l’esterno. Invece il numero 16 ha optato per un colpo di testa centrale che ha consentito l’ultimo rilancio profondo dei padroni di casa, che ha sorpreso la squadra di D’Angelo con ben sei uomini oltre la metà campo. Da qui il patatrac è stato praticamente inevitabile, perché i nerazzurri non sono riusciti a rinculare velocemente e sulla "preghiera" di Ioannou hanno potuto contrapporre soltanto quattro difensori ai sei attaccanti lombardi che avevano riempito l’area di rigore per l’ultimo assalto del pomeriggio.

La gestione della palla nei finali concitati delle partite, adesso che i punti pesano tantissimo, diventa di fondamentale importanza. Così come diventa cruciale ritrovare serenità e tranquillità nella lettura dei palloni alti calciati nel cuore del pacchetto difensivo, che tanto avevano fatto male ai nerazzurri nelle primissime uscite della stagione: a Como si sono riviste troppe incertezze e un eccessivo affanno nel controllo di questi palloni, in particolare nella prima frazione. L’ultimo appunto è relativo alla pressione portata in occasione dello sviluppo della manovra avversaria "dal basso": il Como è riuscito a mandare fuori giri il pressing nerazzurro con il palleggio dei suoi mediani, riuscendo – soprattutto nel primo tempo – a ribaltare molto spesso il fronte del gioco trovando la superiorità numerica sul versante opposto del rettangolo verde, creando parecchi grattacapi alla difesa che si è trovata attaccata in velocità e in profondità. In quest’ultimo caso, però, oltre ad alcuni automatismi da affinare in casa pisana, ci sono da considerare anche le abilità avversarie.

M.A.