Il commento: Vicenza-Pisa, largo alla capolista

Il momento esaltante dei nerazzurri

La gioia di Birindelli e la delusione dell'ex Zonta (foto concessa dal Pisa Sporting Club)

La gioia di Birindelli e la delusione dell'ex Zonta (foto concessa dal Pisa Sporting Club)

Vicenza, 19 settembre 2021 -  Ops, qui c’è scappato lo scherzetto: Pisa primo da solo in testa al campionato e tutto il resto diviene un semplice orpello. Nerazzurri a punteggio pieno grazie alle tre sberle rifilate a un Vicenza che vende cara la pelle. Ma se anche nelle giornate più complesse Gucher e soci riescono ad impallinare gli avversari in tal modo, allora vien da credere che in casa vi siano tanti gioielli e poca bigiotteria. Come a dire: quattro giornate sono effettivamente troppo poche per esibire la classifica (a disposizione vi sono ancora la bellezza di 102 punti), ma paiono sufficienti per affermare che la stoffa complessiva sia di alta e raffinata qualità. Oggi è impossibile dire dove arriveremo, però vi sono le condizioni per percorrere la serie B con la radio accesa e il vento in faccia.

Tasso tecnico, cambi e condizione fisica marcano la differenza. Il Pisa svicola da una partita intricata cambiando gli interpreti in corso e correndo più dei biancorossi che al settantesimo finiscono il gas sul più bello (proprio come avveniva sotto la Torre nei mesi scorsi). Fino ad allora il Pisa non era sembrato inarrestabile: forse fin troppo imbrigliato in quel 4-3-2-1 che lascia Lucca tutto solo a fare a botte la davanti. E, probabilmente, anche per il buon contrasto offerto dal Vicenza che gioca un match «disperato». Con Hermannsson a destra, poi, la difesa passa a tre, ma né Marsura né Beruatto riescono a garantire rifornimenti dalle fasce per il centravanti.

Il primo tempo risulta equilibrato, proprio come sancisce il tabellino. Quando De Vitis prende possesso del centrocampo e il Pisa sembra pronto a poter alzare i giri, ecco che subisce gol dagli sviluppi di un calcio piazzato. Il vantaggio di Proia si estende soltanto per 13 minuti. Quanto basta a Touré per aprire la porta avversaria con una sassata di testa su pennellata di Gucher.

Nella ripresa ti aspetti la scossa e invece la compagine di Di Carlo è più frizzante. Nicolas cuce un paio di pezze, il Var annulla un gol-delizia a Ranocchia per fuorigioco. Passata la paura inizia la festa. Con Birindelli dentro e Nagy al centro del progetto arriva la sinfonia. E’ proprio il «bimbo» di Pisa – con un bolide da fuori – a piegare Grandi. Il terzo è gol è la fotografia di un sabato perfetto e unico nel suo genere: Masucci estrae dal cilindro un assist per Mastinu che di tacco, al volo, insacca. Una rete che resterà scolpita nella memoria. E ora? Verrebbe tanta voglia di chiedere a D’Angelo di restare in campo e giocare subito contro il Monza. Comunque non vi sarà da aspettare troppo. Martedì big match all’Arena guardando la compagine di Berlusconi dall’alto (della classifica) in basso. E se qualcuno si interroga su come vivere queste ore di sfrenato entusiasmo, magari, la soluzione migliore è quella consigliata dal direttore Chiellini: «vai di semplicità». L’alternativa è abbandonarsi ai consigli della pubblicità: guardando questo Pisa «se non ti lecchi le dita godi soltanto a metà».